La battaglia contro la pedofilia in rete ingrana da oggi una marcia in più in seguito alla firma del ministro Gentiloni ad un apposito decreto legge che istituisce le regole ed i meccanismi che porteranno all’oscuramento dei siti indicati come evidenti veicoli per lo sfruttamento sessuale di minori.
Il decreto trova applicazione in collaborazione con il Ministero per le Riforme e le innovazioni e troverà applicazione tra 60 giorni, ovvero il tempo lasciato agli Internet Service Provider per organizzarsi al fine di poter garantire l’oscuramento di qualsiasi sito web entro 6 ore dalla segnalazione apposita (dapprima a livello di dominio, quindi a livello di IP con tempistiche differenti). Tale segnalazione dovrebbe giungere, con modalità già concordate, direttamente dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia (istituito dalla legge del 6 Febbraio 2006 n.38 internamente al Ministero dell’Interno) o dalla magistratura.
L’oscuramento dei siti web è sempre una pratica molto delicata che lascia giocoforza spazio ad interpretazioni censorie poco apprezzate dalla rete nella sua generalità. La lotta alla pedofilia potrebbe però essere un punto di partenza ottimale per trovare un giusto equilibrio tra libertà e legalità ed il Ministro Gentiloni consegna così all’agenzia Reuters la propria soddisfazione per il risultato conseguito: «il decreto rafforza la lotta contro i contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei minori attraverso Internet […] per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa un uso criminoso contro i bambini. Sono soddisfatto perchè saranno proprio gli Internet Provider a collaborare con la Polizia Postale e delle Comunicazioni per oscurare i siti illegali».
Solo a fine 2006 un importante lavoro portato avanti dall’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto aveva consegnato al pubblico un report, i numeri e la dimostrazione di quel che è la dimensione del fenomeno pedofilo in rete con oltre 500 segnalazioni specifiche di altrettanti siti web ora presumibilmente primi a dover passare il vaglio degli organi preposti al controllo. L’Associazione Meter ha denunciato la presenza in rete di vere e proprie community, una sorta di «corporativismo» che il decreto legge odierno potrà, se non sconfiggere, almeno limitare nel suo proliferare.