Il Decreto del Fare, il primo vero intervento del nuovo Governo Letta per il rilancio dell’economia, contiene un paragrafo che ha subito fatto discutere quanti, abituati ai passi indietro di smentita accumulati negli anni dai precedenti governi, hanno voluto dare una lettura diffidente degli annunci provenienti dal palazzo. Il governo è relativo alla cosiddetta “liberalizzazione” del Wifi, intervento che sembra più un completamento di un vecchio percorso che non una vera e propria rivoluzione del settore. Occorre pertanto fare chiarezza.
Molti ricordano gli anni in cui l’Italia è stata al giogo del decreto Pisanu, quella norma che costringeva i gestori dei locali pubblici ad identificare i navigatori nel caso in cui si fosse desiderato condividere una connessione con i propri clienti (eredità degli anni in cui il terrorismo ha rappresentato una minaccia per tutto il mondo, Italia compresa). Il decreto Pisanu in realtà è già andato in soffitta già da tempo, il che non è dunque in alcun modo merito del cd. “Decreto del Fare”. Semmai, il nuovo intervento sembra far pulizia, semplificando la normativa che regolamenta la condivisione della Rete e rimuovendo altri problemi che nel tempo erano rimasti in auge.
Recita l’annuncio pubblicato:
È stata prevista la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei. Resta però l’obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato. L’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore
Sulla base di quanto appreso, insomma, chi non offrirà connettività come elemento fondamentale della propria attività, non sarà tenuto a tracciare gli utenti ed a chiederne quindi l’identità personale prima di abilitare il collegamento. Ma non solo. Spiega Guido Scorza per Il Fatto Quotidiano:
L’art. 2 del Decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 198, infatti, sarebbe stato abrogato. […]
La disposizione, infatti, con la scusa di dare applicazione ad una direttiva dell’Unione Europea volta ad assicurare la libera circolazione all’interno dei Paesi Membri dei terminali di comunicazione per l’accesso a internet [n.d.r. modem, router, ecc], aveva stabilito il principio esattamente opposto in forza del quale per la semplice installazione di uno di tali apparecchi sarebbe stato necessario avvalersi di un’impresa “abilitata” ed iscritta in un apposito albo.
La norma proposta dal ministro Zanonato ed approvata dal Consiglio dei Ministri, farebbe piazza pulita di tale aberrazione e renderebbe davvero libera l’installazione di modem e router.
Insomma: il Wifi è sì ora più libero, ma senza rivoluzioni. Semplicemente, il Decreto del Fare assicura una maggior linearità nelle procedure rendendo realmente libero quel che oggi era ancora vincolato ad alcuni lacciuoli insidiosi. L’Italia, pur se con grave ritardo, è arrivata laddove l’Europa era giunta molti anni prima.