Il Governo mantiene le promesse e presenterà domani al Senato le modifiche alla legge Urbani invocate da più parti. Secondo quanto espresso dalla deputata Gabriella Carlucci in una lettera a QuintoStato, verrà ripristinato in più punti il testo originale della legge sul diritto d’autore.
Verrà dunque cancellata la possibilità di sanzioni penali per chi condivide file protetti sulle reti Peer to Peer per fini personali, verrà cancellato il bollino virtuale da apporre sulle opere d’ingegno distribuite via Internet e le tasse su masterizzatori e software.
Alle modifiche, concordate con il Ministro Urbani, verrà concessa una «corsia preferenziale» e dovrebbero essere approvate dopo la pausa elettorale in programma per il 12 e 13 giugno prossimi.
Nella lettera la Carlucci fa appello alla necessità di un dialogo più esteso tra le parti coinvolte nei principali nodi di discussione. In particolare la Carlucci sottolinea come sul caso Urbani si siano verificate incomprensioni e contraddizioni che hanno minato lo sviluppo di un fertile dibattito: «se io voglio creare la mia copia personale di un cd regolarmente acquistato, pago la Siae 4 volte: la prima volta sul Cd originale, la seconda volta sul Cd vergine, la terza volta sul masterizzatore, la quarta volta sul software di masterizzazione».
La Carlucci premia il coraggio del Governo nel prendere posizione con il «perfettibile» decreto Urbani, e motiva i problemi emersi con l’urgenza nella quale il testo di legge è stato compilato. Rotto il ghiaccio, ora la proposta è quella di una «Commissione Bicamerale d’inchiesta» che estenda quanto più possibile il dibattito in tema Internet, affinchè le maggiori intelligenze del settore possano collaborare alla regolamentazione di un ambiente per il quale non tutti hanno in dote una specificità culturale adeguata.
Quella della Carlucci è una importante mano tesa a quel «Popolo della Rete» che più volte ha visto ignorata la propria protesta. Il sillogismo proposto in tema di P2P, inoltre, è quantomai lineare: «c’è una domanda fortissima di musica e di altre forme di opere dell’ingegno attraverso i canali della Rete; c’è un’offerta (legale) che è scarsa rispetto alla domanda; la domanda cerca altri sbocchi e li trova in un mercato illegale e pirata». Porte aperte, dunque, ai Music Store che poco alla volta vanno imponendosi anche nel vecchio continente, fermo restando la necessità di combattere la pirateria.
La lettera propone a corredo altri impegni formalmente presi dal Governo per il prossimo futuro: maggiore impulso alla e-democracy, ulteriore estensione della banda larga (al momento l’Italia sta recuperando il tempo perso con uno dei tassi di estensione maggiore in Europa) e migliore armonizzazione internazionale delle scelte programmatiche in tema Internet.