La delibera che l’AGCOM si appresta ad approvare il 6 luglio e che andrebbe a regolamentare la difesa del Copyright su internet ha decisamente suscitato molte polemiche. Ne abbiamo parlato ieri, raccontando per sommi capi come la delibera agirebbe sulla tutela dei diritti d’autore e cosa succederebbe in caso di presunte violazioni. Ma visto il tanto clamore, approfondiamo la questione dal punto di vita legale, perché in queste ore molti professionisti del foro sono interventi sull’argomento.
La domanda principale che tutti si pongono è come l’AGCOM possa arrogarsi il diritto di porsi come giudice e valutare ogni caso di presunta violazione di Copyright, visto che nasce con funzioni ben differenti. L’AGCOM infatti è un’istituzione puramente amministrativa.
Ma un’organo amministrativo può porsi a giudice e giuria, condannando e sanzionando? Secondo i principali principi del foro evidentemente no. Inoltre l’AGCOM è a nomina governativa e questo pone molti dubbi sulla sua imparzialità, visto che a seconda dell’orientamento politico del Governo che fa le nomine, l’AGCOM potrebbe modificare in qualche modo il suo metro di giudizio. Inoltre è ancor più curioso e grave che l’AGCOM non coinvolga chi davvero ha voce in capitolo e cioè le autorità giudiziarie che con questa delibera vengono totalmente messe da parte.
E vista la natura delicata del provvedimento, in caso di denuncia per presunta violazione del Copyright, servirebbe forse un organo più competente, perché non si può decidere con superficialità se censurare o no un sito Internet oltre che dare multe molto onerose.
Inoltre questa delibera cozzerebbe non poco contro la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, e proprio perché si mettono in discussione i diritti fondamentali come la libertà di espressione, non si capisce perché tale provvedimento non sia stato discusso a un livello più in alto come per esempio il Parlamento.
Insomma, tutti o quasi sono contro questa delibera, dai media tradizionali, ai giuristi, passando per i semplici internauti. Gli unici a favore, come sottolineavamo ieri, le grandi lobby che difendono i diritti d’autore… Cambierà qualcosa entro il 6 luglio?