Dell, uno dei principali produttori di computer al mondo, è stato giudicato colpevole dalla Corte Suprema della Contea di Albany (New York, USA) per pubblicità ingannevole e pratiche commerciali illecite. Il caso era stato portato all’attenzione della Corte dal procuratore dello stato di New York, Andrew M. Cuomo, che aveva condotto alcune indagini sulle politiche di Dell nel corso degli ultimi mesi.
Secondo i magistrati, Dell non avrebbe offerto la dovuta assistenza tecnica ai suoi clienti, nonostante fossero in possesso di regolari certificati di garanzia o di accordi a pagamento per prolungare la durata del supporto offerto dalla società di Austin. In numerosi casi, l’assistenza sarebbe stata negata con semplici politiche tese a disincentivare le richieste dei clienti, prolungando oltre misura i tempi di attesa per parlare con un operatore di Dell al telefono, trasferendo in continuazione le chiamate e interrompendo le stesse senza alcun preavviso.
Oltre alla mancata assistenza telefonica, secondo la Corte della Contea di Albany, la società di Austin avrebbe negato il supporto ai propri clienti presso i centri tecnici sparsi sul territorio nazionale degli Stati Uniti. Attraverso una lunga e dettagliata documentazione, i magistrati hanno rilevato come spesso gli addetti di Dell si siano rifiutati di compiere la riparazione dei dispositivi malfunzionanti, scaricando le colpe su fantomatici problemi legati al software. In altri casi, la società costruttrice di computer avrebbe negato l’assistenza a coloro che avevano segnalato un malfunzionamento a ridosso della fine del periodo di garanzia. Infine, la Corte ha rilevato tempi di attesa quasi eterni per ottenere una riparazione, con casi limite della durata superiore a un anno.
Ma Dell non si sarebbe dimostrata carente solo nell’assistenza ai clienti. Secondo i magistrati che si sono occupati del caso, la società affiliata Dell Financial Services (DSF) avrebbe adottato una politica spregiudicata nella vendita a rate dei computer, applicando le sue offerte a interessi zero senza verificare l’effettiva idoneità dei clienti. Stipulato l’accordo, molti consumatori avrebbero successivamente ricevuto rate con interessi esorbitanti intorno al 30%.
Stabilita la colpevolezza di Dell, ora la Corte dovrà valutare la pena pecuniaria da infliggere alla società, che verrà probabilmente obbligata a risarcire i suoi clienti e a pagare una salata multa allo Stato di New York. I giudici richiederanno inoltre a Dell l’immediata cessazione delle politiche fraudolente perpetrate con il sistema DSF.