Dell dice addio alla borsa, agli esami trimestrali pubblici dei bilanci ed alla pressione che gli investitori sono in grado di imporre riducendo i margini di azione di aziende che necessitano invece di investire, reinventare e sperimentare. Dell dice addio soprattutto al passato grazie alla vittoria di Michael Dell, il fondatore del gruppo, che ora ne torna in possesso nel contesto di una gestione privata del gruppo.
Il voto ha infine dato ragione al CEO: la proposta per l’acquisto delle azioni, dopo un lungo braccio di ferro, è arrivata al termine con una votazione ad esito positivo. L’ultimo ostacolo sulla strada del “buyout” è stato Carl Icahn (colui il quale a suo tempo già aveva ostacolato le operazioni di riassetto di Yahoo con una manovra di disturbo fortemente incisiva nella vicenda), ma il suo ritiro dalla corsa al controllo di Dell ha steso il tappetino rosso alla proposta del fondatore. Gli attriti erano nati anzitutto sul prezzo delle azioni, ma era proseguito anche sulle modalità con cui sarebbe avvenuto il voto.
Una guerra di nervi e di denaro (il gruppo ha anche respinto una proposta di acquisto firmata Microsoft), insomma, con in ballo una cifra pari a circa 25 miliardi di dollari e con i destini del gruppo Dell pendenti dalla bontà e dalla rapidità dell’operazione. Dell potrà ora svincolarsi dai limiti imposti dalla quotazione pubblica e potrà manovrare con più agilità per traghettare l’azienda dall’era del pc all’era del mobile.
Il prezzo finale pattuito è pari a 13,75 dollari per azione, con un dividendo speciale pari a 0.13 dollari per chiudere l’affare. La scalata del fondatore al gruppo non avverrà in solitaria: partner di Michael Dell in questa avventura è la nota Silver Lake Partners, ove si crede evidentemente nelle capacità di Dell di rialzare la testa per prendere in corsa un treno dell’innovazione che rischiava ormai di schiacciare quello che è stato uno dei marchi più storici degli ultimi due decenni di innovazione tecnologica.
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