Come promesso, abbiamo assistito al convegno tenutosi in Bicocca, e (sempre come annunciato) proponiamo ai nostri lettori un breve sunto di quanto accaduto.
L’evento si è aperto (in ritardo) con il Keynote di Derrick de Kerckhove.
Intervento, complesso, macchinoso, difficile da seguire (complice anche una pessima traduzione delle slide), ma che ha messo comunque a fuoco alcuni interessanti punti, come i pilastri della e-democracy:
- Simmetria;
- Accesso;
- Responsabilità;
- Partecipazione.
Interessante anche la riflessione che pone in evidenza come il 2.0 abbia ripercussioni sulla nostra realtà quotidiana: Obama senza questi strumenti non sarebbe dove è adesso.
L’intervento di Pier Cesare Rivoltella, invece, lo trovate sul suo blog, più che un vero e proprio intervento è stato un insistere su tre questioni fondamentali:
- Che cos’é la democrazia digitale, o meglio la democrazia potenziata?;
- Esiste realmente?;
- Che effetti ha (posto che li abbia) sulla nostra realtà quotidiana?.
Come abbiamo scritto in passato: parlare di digitale o di virtuale come modo separato dal reale non ha molto senso nelle realtà quotidiana che stiamo vivendo.
Molto, molto interessante l’intervento di Frieda Brioschi su Wikipedia e la “Wikimedia Foundation”, che mi permette di lanciare una questione: è davvero così importante che qualcuno garantisca le informazioni che circolano? O meglio: è vero che su Wikipedia non ci sono garanzie su determinate informazioni, ma dove ce ne sono?
È una questione interessante che ci permette di tornare sulla questione dello iato (inesistente?) tra reale e virtuale, tra digitale e non.
È stato invece censurato (dalla “motosega” di Nicoletti) l’intervento di Robin Good: una “policy” non del tutto democratica. E se qualcuno si chiedesse se la rete sia davvero democratica o meno, segnalo l’intervento di Good al completo, senza censure di sorta.
Escludendo il mio parere personale sulla questione in sé e sulle figure coinvolte, credo che l’ultima parte dell’intervento di Good fosse meritevole si segnalazione proprio perché insiste su alcuni temi assolutamente fondamentali.
Lo stesso Gianluca Nicoletti, è stato protagonista di un intervento dai toni accesi e marcati, volutamente polemici e forse proprio fini a loro stessi.
Un peccato, poi, che sia stato dato così poco tempo per discutere e così poco spazio al pubblico: è vero il tempo non è stato molto, ma sicuramente sarebbero potute venir fuori cose interessanti.
In conclusione?
Una buona occasione che poteva essere sfruttata decisamente meglio: a mio modo di vedere né per incompetenze particolari né per strani fraintendimenti, ma per una mancanza di consapevolezza che caratterizza lo stato delle cose nel nostro paese in materia.
Quello che è mancato, e che manca (a mio avviso) è un terreno fertile sul quale gettare i semi del futuro.
Si poteva utilizzare questo congresso per un’ottima base di partenza, per stimolare discussioni e problematiche: non è stato fatto “off-line”, possiamo sempre farlo noi qui, sfruttando quanto offerto dalla rete.
Speriamo che in futuro le cose possano migliorare, certo è che un po’ di amarezza rimane.