A cosa lavora il team di Google addetto al design? Difficile trovare una risposta sintetica e al tempo stesso esplicativa per questa domanda. Il gruppo di Mountain View prova comunque a riassumere il proprio impegno con il filmato visibile in streaming di seguito: due minuti e mezzo in cui vengono passati in rassegna decine di progetti, dispositivi, servizi e piattaforme.
Il video si apre con quella che è stata la prima schermata del motore di ricerca, alla fine degli anni ’90, un logo ben lontano per canoni estetici da quello attuale e dalle linee guida del Material Design. Si arriva fino ad oggi attraverso l’intelligenza artificiale dell’Assistente Google, l’interazione con la riproduzione del pianeta in Maps e Earth, l’iniziativa Project Loon per combattere il digital divide, la traduzione di testi e scritte in tempo reale, le iniziative umanitarie messe in campo per supportare le popolazioni in difficoltà, le raccolte di emoji, gli algoritmi di machine learning, i programmi educativi, la realtà virtuale e quella aumentata, l’intrattenimento di YouTube, gli smartphone, gli smart speaker della linea Home per la casa, i doodle realizzati per celebrare le ricorrenze di tutto il mondo, il browser Chrome per la navigazione, la guida autonoma delle self-driving car, l’attività di Verily per la tutela della salute, la promozione culturale di Arts & Culture e molto, molto altro ancora.
Ognuno di questi progetti, dispositivi, servizi e piattaforme può dimostrare la propria efficacia solo passando attraverso lo studio di un design in grado di esprimerne al meglio le potenzialità. Questo è ciò che Google vuol far comprendere con questa rapida e intensa panoramica sul proprio business, oggi più che mai diversificato e ramificato. Il design non è solo l’insieme degli elementi che caratterizzano la scocca di un dispositivo o un’interfaccia per lo scambio dei dati: è un linguaggio, è un’espressione, è il punto di contatto e il canale di comunicazione tra chi da vita a un elemento e chi ne fruisce.