Il Desktop Linux Summit di San Diego è stata l’ennesima occasione per rilanciare un’idea mai concretizzata ma mai tramontata nel mondo open source: portare Linux alla grande distribuzione sfondando anche nel settore desktop. L’evento, organizzato dalle maggiori firme della distribuzione del pinguino, ha inteso fotografare l’attuale status del mercato open source per poi voltare lo sguardo alle prospettive future.
Non manca l’ottimismo in casa Linux. E’ tangibile la speranza che entro pochi anni il sistema operativo aperto possa sfondare realmente il settore desktop giungendo addirittura al 10% del mercato in soli 5 anni. Il tutto, ovviamente, alle spese del rivale Windows (ed in parte di MacOS, al momento la seconda piattaforma più diffusa nel settore).
L’atteggiamento nei confronti di Windows rimane però ambiguo. Dal Desktop Linux Summit emerge l’opinione secondo cui le mutazioni “estetiche” di cui Linux necessita andrebbero elaborate con un occhio di riguardo verso il sistema operativo dominante, ma tutto ciò contrasta con quanto sentenziato dal guru di Novell Matt Asay solo pochi giorni or sono: Linux non deve imitare Windows, ma bensì differenziarsene sempre di più perchè «è difficile competere con qualcuno sul suo territorio».
Dal summit emerge inoltre come Linux per sfondare debba porre particolare attenzione su precisi punti focali del proprio sviluppo: innanzitutto un’interfaccia migliorata (partendo dalle buone basi finora messe a punto dai diversi vendor), quindi maggior perseveranza nel tentativo di convertire gli utenti Windows, infine abbandonare le crociate “etiche” e puntare senza esitazione sulla maggiore produttività che il pinguino può mettere a disposizione.