Si diceva “qualche minuto fa” che, appunto, il giornalismo e l’editoria stanno attraversando un periodo di enormi e repentini mutamenti dovuto all’avvento del Web 2.0 e alle logiche di creazione dei contenuti da parte degli utenti.
La notizia del lancio del colosso Amazon di un prodotto come Kindle, un sistema hardware che consente di leggere pagine di testo e di scaricare contenuti via Wi-Fi, in quest’ottica rappresenta l’ennesimo balzo verso una nuova forma di giornalismo. Oltre alla possibilità di scaricare libri, Kindle potrà infatti ospitare nella memoria interna blog e giornali.
Un grande balzo in avanti soprattutto perchè, per chi non avesse esperienza diretta di editoria, la fisicità del supporto informativo, in altre parole la carta sui cui si stampano i giornali, è una delle barriere più imponenti che si frappongono tra chi vuole realizzare un giornale o, comunque, una forma di informazione che possa essere fruita in maniera “fisica” anche quando ci si trova lontani da un computer collegato in rete.
Due delle voci di costo più importanti per chi produce un giornale sono, infatti, il prezzo della carta su cui si stampa (gli ambientalisti ringraziano) e le spese per la distribuzione e la conservazione delle copie. Se il giornale elettronico fruito tramite Kindle (o altri ebook di nuova generazione come Sony Reader che, sicuramente, vedremo fiorire nei prossimi mesi) riuscisse ad annullare questi costi, teoricamente si potrebbe produrre una testata giornalistica dedicandosi esclusivamente i propri sforzi (e le risorse economiche) ai contenuti e alla rappresentazione degli stessi, eliminando tutte le complessità che derivano dalla gestione logistica dei prodotti editoriali classici e dalla necessità di una fonte di finanziamento che si sobbarchi i costi di gestione così annullati.
Così come il formato MP3 ha avuto il suo vero successo con l’avvento dell’iPod e dei riproduttori da taschino, è lecito aspettarsi una vera scossa al campo dell’editoria e del giornalismo se i libri elettronici raggiungeranno una diffusione consistente. Certo, devono affermarsi standard condivisi e dispositivi di qualità, ma la strada verso una fruizione fisica non più cartacea ma elettronica dei giornali è ormai tracciata, cosa che rende molto più praticabile la realizzazioni di riviste e giornali di produzione artigianale che, così come accade con i podcast, potrebbero essere “scaricati” e letti in metropolitana.
Rivoluzione o bolla di sapone? Staremo a vedere…