Lo scandalo del dieselgate ha mutato drasticamente il mondo dell’automobile facendo prendere maggiormente coscienza dei problemi delle emissioni dei motori diesel e di quanto le norme di omologazione debbano essere riviste per rendere i test più reali. A circa due anni dallo scandalo che coinvolse la Volkswagen, l’Unione Europea ha iniziato proprio la revisione delle norme del diesel. Il Consiglio Europeo ha, infatti, approvato una posizione comune che utilizzerà all’interno del Parlamento nella trattativa per arrivare ad una nuova regolamentazione per l’omologazione dei veicoli.
L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di evitare che si ripetano casi analoghi a quelli della Volkswagen. Il pacchetto delle misure approvato prevederebbe che l’omologazione rimanga di competenza nazionale ma che il controllo potrà essere effettuato anche dagli organi degli altri paesi europei. Bruxelles, inoltre, potrà effettuare controlli ex post ed erogare multe sino a 30 mila euro per ogni auto non conforme alle norme comunitarie. L’Unione Europea ha fretta di trovare un punto fermo per le nuove norme di omologazione anche perchè a seguito dello scandalo del dieselgate altre accuse si sono mosse verso molti altri produttori europei anche se di gravità minore come nel recente caso che ha investito FCA.
Il sistema di omologazione, dunque, deve essere sopra le parti e consentire maggiore affidabilità e certezza. L’accordo sulle norme approvato dal Consiglio ha soddisfatto la Commissione ma adesso si dovrà trovare un accordo con il Parlamento prima che le nuove norme possano entrare in vigore. L’accordo è stato difficile da trovare in Consiglio in quanto molti paesi membri hanno difeso le loro prerogative.
Se tutto l’iter sarà rispettato, in poco tempo ci sarà un quadro più preciso per i test di omologazione.