La notizia che le autorità americane fossero pronte a denunciare la FCA con un’accusa molto simile a quella fatta nel 2015 alla Volkswagen per lo scandalo Dieselgate ha suscitato molto scalpore. Nonostante la replica di Sergio Marchionne che aveva gettato acqua sul fuoco asserendo che la loro situazione era ben diversa da quella della casa tedesca, come prevedibile arrivano nuove accuse a riaccendere il fuoco delle polemiche. Il Governo della Germania, infatti, è sceso direttamente in campo chiedendo il pugno duro contro la FCA.
In particolare, la Germania punta il dito sui modelli FIAT 500, Doblò e Jeep-Renegade che secondo il Ministero dei Trasporti presenterebbero delle irregolarità sui valori delle emissioni inquinanti. Ma Berlino accusa indirettamente anche l’Italia. Il Governo tedesco, infatti, accusa sostanzialmente l’Italia di immobilismo. La Germania evidenzia, infatti, come dal Governo italiano non sia arrivata alcuna prese di posizione su quanto accaduto e nemmeno sulle sue richieste dell’Europa su quanto emerso dalle indagini tedesche sui modelli sopra menzionati. La Germania, infatti, ha da tempo messo nel mirino la FCA.
Il Ministro dei trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, durante un’intervista, aveva evidenziato che secondo lui le autorità italiane sapevano da tempo che le emissioni delle auto del gruppo FCA erano fuorilegge e che il gruppo utilizzava strumenti illegali per contenerle. La Germania, dunque, chiedeva da tempo risposte da FCA e dal Governo italiano ma dall’Italia non sarebbero mai giunto nulla, anche perché il Governo italiano ha sempre definito le richieste tedesche non solo irricevibili ma che comunque era stato costituito a Bruxelles una commissione di mediazione in quanto la FCA non aveva nulla da nascondere.
Una situazione molto tesa che è letteralmente scoppiata dopo le accuse americane. Sicuramente il “Dieselgate” italiano è ancora lontano dal vedere la parola “fine”. Sicuramente sino a che non sarà chiarita la situazione non mancheranno le accuse e le polemiche incrociate.