Sempre di più la Net Neutrality diventa un principio poco sostenuto da quelle stesse grandi aziende che anni fa si battevano in suo favore. Microsoft, Yahoo, Amazon e ora anche la non-evil Google adottano piani per assicurarsi un posto tra le linee più veloci del prossimo futuro.
Secondo il Wall Street Journal, Mountain View avrebbe infatti promosso un piano per integrare i propri server all’interno dei network dei principali Internet Service Provider. Il piano si chiama OpenEdge e appunto dovrebbe coinvolgere i principali fornitori di servizi di connettività sul territorio statunitense con il fine di accelerare l’accesso ai propri servizi. Accordi simili non erano mai stati presi anche per paura della reazione della Federal Communication Commission, ma potrebbero presto diventare una prassi.
Le cose si sono molto ammorbidite da quando si è cominciato a parlare di Net Neutrality nel 2005. All’epoca le principali web company si erano schierate contro il desiderio dei service provider di realizzare reti più veloci da far pagare di più per ottenere trattamenti privilegiati. Le stesse Microsoft, Yahoo, Google e Amazon avevano aderito a un consorzio finalizzato a garantire l’accesso paritario alle risorse di Internet per tutti.
Ora, invece, la maggiore integrazione tra aziende che producono contenuti e servizi e le aziende che forniscono la connettività sta portando ad una revisione dei principi etici, poiché per i soggetti attivi sul Web è sempre più importante il profitto che deriva dalla banda larga. Ma anche molti degli accademici che hanno sempre sostenuto l’esigenza di una rete neutrale stanno ammorbidendo le proprie posizioni. L’insigne accademico di Stanford Lawrence Lessig, da sempre difensore della Net Neutrality ha infatti recentemente dichiarato che: «Ci possono essere ottime ragioni per le quali dare una priorità ad un certo tipo di traffico. Se tutti quanti pagassimo le stesse tariffe postali allora non ci sarebbe differenza tra l’invio di una cartolina alla nonna e l’invio di una lettera all’avvocato».
Compagnie come AT&T, Verizon e Comcast in passato sono state duramente criticate per i loro tentativi di dare vita a reti più veloci dove far viaggiare solo alcune tipologie di dati. Tuttavia, l’articolo del Wall Street Journal è stato fortemente ridimensionato da Google, che ha definito l’articolo confuso e basato su numerosi fraintendimenti, sottolineando come il piano OpenEdge non preveda alcuna esclusiva e consenta ad altre società di integrare i propri server nei network degli ISP.
Nel dibattito, molto sentito anche dall’opinione pubblica, potrebbe inerirsi anche la nuova amministrazione Obama, fino ad ora favorevole al mantenimento della neutralità per il Web.