Difendersi dai cybersquatter? Ora si può

È nata la prima agenzia investigativa online contro cybersquatter, pirati e traffico di dischi, libri e quant'altro violi privacy e copyright. Ha sede a Portsmouth, Inghilterra, e ha come clienti, fra gli altri, Pink Floyd, Van Morrison e U2.
Difendersi dai cybersquatter? Ora si può
È nata la prima agenzia investigativa online contro cybersquatter, pirati e traffico di dischi, libri e quant'altro violi privacy e copyright. Ha sede a Portsmouth, Inghilterra, e ha come clienti, fra gli altri, Pink Floyd, Van Morrison e U2.

Si chiama My-Reputation ed è una dot.com che, stando alle parole del Ceo Mel Croucher, negli ultimi
mesi ha più che raddoppiato il numero dei visitatori, registrando un incremento
di richieste letteralmente “incredibile”. Non è certo poco, specie in un
periodo come questo, quando non si fa altro che parlare di crisi del settore
e di fallimenti a catena di società online anche molto note e, all’apparenza,
più che solide. Evidentemente le buone idee pagano bene, ed è indubbio che,
in questo caso, siamo di fronte a un’idea, almeno dal punto di vista commerciale,
addirittura ottima: fornire a chiunque lo desideri, vip in testa, un servizio di investigazione e controllo sull’uso non autorizzato del proprio nome nella Rete.
Una sorta di incrocio fra una agenzia investigativa e una società specializzata
nella cura e promozione d’immagine, un ibrido a metà strada fra Sherlock
Holmes e Armando Testa.

Difendere la propria reputazione online può non
essere la preoccupazione più grande della maggioranza degli internauti, ma
è certo che, per i più ricchi e famosi, il problema si pone con evidenza
incontestabile. Per rendersene conto, basta dare un’occhiata alla lista dei
clienti del sito, che comprende nomi del calibro di Bryan Adams e Phil Collins, Pink Floyd e U2, Led Zeppelin e Van Morrison, Mike Leigh e Genesis.
Il fatto che i musicisti siano presenti in così gran numero non desta molta
sorpresa, dato che sono probabilmente loro quelli che più hanno da perdere
da un uso-abuso delle risorse online. L’affaire Napster è, in questo caso,
un esempio più che eloquente.

Ma che cosa offre, in concreto, MyReputation
a chi teme di essere danneggiato da un utilizzazione distorta del proprio
nome online? Il pacchetto di servizi proposto, non amplissimo, è però perfettamente
calibrato. Ecco come ne riassume le linee essenziali un articolo sull’argomento apparso di recente su MyTech:
“Le promesse fatte ai clienti sono prima di tutto di identificare tutti i
domini che riguardano il cliente da difendere, i suoi marchi registrati e
il personale chiave. Poi di identificare gli eventuali cybersquatter che
hanno già registrato domini relativi al cliente stesso, e fornire consulenza
qualificata per la riaquisizione legale dei domini stessi. Inoltre può essere
effettuato un check continuo dei nuovi domini che possano condizionare la
reputazione del cliente e, infine, proposto un monitoraggio del Web per scovare
materiale dannoso per il cliente, come contenuti per i quali è stato violato
il diritto d’autore o la disciplina su marchi e brevetti.”

Accanto a tali servizi “di investigazione”, consistenti
in sostanza nel monitoraggio di tutti i siti che abusano del nome del cliente
(con annessi consigli sulle strategie legali praticabili), My-Reputation
offre anche analisi dettagliate sui punti di forza e di debolezza della presenza
sul Web dei suoi clienti, diversificando le strategie promozionali in rapporto
alle varie esigenze dei clienti stessi.

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