Non si può parlare chiaramente di un’Italia al passo con le nuove tecnologie valutando i numeri raccolti nel rapporto dell’Osservatorio Italia Digitale 2.0 e resi pubblici da un convegno sull’economia del Paese presentato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici.
Secondo questi dati infatti nel nostro Paese sarebbe ancora forte il cosiddetto Digital Divide, ovvero il divario tra chi ha accesso alle nuove tecnologie e ai nuovi servizi, come quelli erogati in Internet, e chi invece, per scelta o per questioni di infrastrutture assenti, non può farlo.
Sarebbe quindi soltanto un italiano su due ad utilizzare il Web (cioè il 47% del totale di persone comprese nella fascia d’età tra 15 e 74 anni) e a trarre vantaggio dai servizi che esso offre, il resto invece sconosce del tutto o non utilizza come si deve le risorse legate alla Rete.
La situazione non migliora nemmeno per quanto riguarda le imprese: secondo lo stesso rapporto infatti un terzo delle aziende italiane non è ancora presente in Internet, un dato che poi arriva fino al 43% se si considerano le piccole imprese.
Il quadro che emerge è quindi quello di un Paese ancora profondamente indietro rispetto ad altri paesi europei, cosa che, secondo Confindustria, costituisce un freno alla ripresa economica dell’Italia, contrastandone quindi l’uscita dalla crisi globale.
I settori presi in considerazione sono diversi, ma da tutti emergono dati equiparabili e che testimoniano il bisogno di una profonda accelerata, anche in termini di investimenti sulle infrastrutture (leggi ADSL veloci), per quanto riguarda la digitalizzazione del Paese.
La “ricetta” sarebbe quindi quella di migliorare e incrementare i servizi per i cittadini forniti dai siti istituzionali, dalle scuole, dalla sanità e dalle imprese, in modo da convincere e stimolare l’uso della Rete tra la gente e far capire al contempo alle imprese meno propense alla “rivoluzione digitale” l’importanza del Web per la loro attività.
Oltre agli investimenti nelle infrastrutture con l’aiuto di fondi pubblici, secondo gli esperti ci sarebbe anche un problema socio-culturale a frenare il processo di ammodernamento: si va da una scarsa scolarizzazione, che rende arduo l’utilizzo degli strumenti informatici, all’età media elevata.
Questioni forse risolvibili solo con progetti di informazione e formazione dedicati e specifici, un compito in cui la scuola dovrebbe avere un ruolo importante, a patto che sia essa, per prima, ad essere rinnovata.