Quella che in Italia viene chiamata “Legge Pisanu”, nel Regno Unito prenderà il nome di Digital Economy Bill. Motivi differenti, esito similare: un grave ostacolo alla predisposizione di reti aperte per la connessione in Rete. E quando in Italia la protesta contro la Pisanu giunge ad una nuova consapevolezza alla luce dell’anacronismo (ammesso dallo stesso legislatore) del dispositivo di legge, proprio dall’estero giungono pressioni contrarie nella forma di leggi simili alla Pisanu che sollevano la polemica anche al di fuori dei nostri confini.
In Italia la Legge Pisanu è una strana eredità del passato: nata sulla scia degli spettri dell’11 Settembre, la legge mirava a garantire l’identificazione degli utenti connessi alla Rete e, per questo motivo, poneva l’obbligo di registrazione di qualsiasi navigatore tramite reti WiFi. Chi intende gestire una Rete aperta, quindi, ha l’obbligo di registrare il navigante tramite copia del documento di identità: così per Internet Café, così per università e così per ogni altra iniziativa basata sull’apertura di reti per la navigazione gratuita. Nel Regno Unito la Digital Economy Bill porta avanti medesimo concetto, ma con finalità del tutto diversa: la legge che in Italia tenta di ostacolare il terrorismo, infatti, nel Regno Unito è una legge pensata per fermare le violazioni di copyright.
Il principio è di per sé semplice: per fermare la violazione di copyright in Rete occorre identificare gli utenti. Per identificare gli utenti occorre porre un freno anche alle reti aperte, poiché rappresentano una falla nel sistema complessivo di identificazione. Una volta completata l’identificazione dei singoli è possibile chiedere il rispetto di particolari doveri. Se dunque si pongono in capo alla connessione specifiche responsabilità in merito al materiale scaricato, sarà nell’interesse del gestore della rete verificare che non avvengano violazioni.
L’Hadopi francese resa possibile dalla Pisanu italiana, il tutto tra le righe della Digital Economy Bill inglese. Non mancano però immediate e forti polemiche. Innanzitutto la distinzione tra ISP e utenti sembra lasciare in qualche modo librerie ed università in una terra di nessuno e la legge risulterebbe così troppo confusa per essere applicata; inoltre le restrizioni imposte alle piccole aziende che investono in connettività diventerebbero un onere eccessivo tale da annichilire attività avviate e interessanti realtà. Quest’ultimo onere è quello che incombe sull’Italia da anni, da quando la Pisanu ha trasformato la connessione in una attività da tracciare con tanto di burocrazia e registrazioni soffocandone ogni opportunità.
Il testo della proposta è stato presentato dal Department for Business, Innovation and Skills (BIS) e sembra una sorta di anticipazione di un nuovo regime che va a gravare sulla Rete: odor di ACTA e sapor di Hadopi, il tutto sfruttando i principi della Pisanu per mettere in atto un piano che trasformerà la Rete in un luogo “sicuro” in quanto capillarmente monitorato tramite identificazioni, controlli e 3 strike. Nel nome del terrorismo, del copyright o di altre finalità perseguite sempre e comunque tramite medesime modalità.