Fervono i preparativi per l’evento di politica digitale che aprirà il semestre di conduzione italiana. L’assemblea digitale si terrà l’8 e 9 luglio 2014, a Venezia, e anche se non si tratta di un Digital Agenda EU standard sarà comunque un’occasione di livello continentale per parlare di agende digitali, quindi anche di quella italiana.
I tempi ristretti fra l’impegno di Matteo Renzi, preso negli stessi giorni del decreto che ha cancellato la webtax, e l’organizzazione dell’evento europeo, considerando che ci saranno anche le elezioni di mezzo, non hanno consentito di produrre un vertice ufficiale dell’Agenda Digitale Europea. Tuttavia Neelie Kroes, l’attuale commissario in carica anche dopo le elezioni fino a ottobre, ci sarà. Di recente steelie Neelie sta mostrando tutta la sua volontà di restare alla guida dell’agenda o comunque di lavorarvi e ha scritto anche un lungo e sagace comunicato su quali caratteristiche bisogna avere per essere considerati politici attenti al digitale.
Attention all those after EU top jobs: being "digital" is about more than iPads and Twitter https://t.co/Xc4M3um2Bo
— Neelie Kroes (@NeelieKroesEU) May 8, 2014
Le giornate
Si sa ancora poco di come sarà organizzata la due giorni veneziana. Oggi, il sottosegretario alle Tcl, Antonello Giacomelli è al lavoro proprio a Bruxelles per definire i temi del semestre, quindi indirettamente anche quelli del Digital Venice, che sarà la vetrina europea della versione italiana di agenda 2020. Quello che si sa di certo è che il giorno 8 vedrà una prima parte, di mattina, di lavori a porte chiuse, poi nel pomeriggio eventi e tavoli aperti e l’indomani dovrebbe tenersi – conoscendo Renzi è difficile non colga l’occasione – una conferenza stampa con il commissario europeo e il presidente del Consiglio.
Di cosa si parlerà
L’Italia è intenzionata a porre sul tavolo almeno due grossi argomenti: l’identità digitale con pin unico continentale (eredità del lavoro della cabina di Francesco Caio) e naturalmente il sostegno alle politiche europee che vogliano affrontare il problema del profit shifting, l’escamotage fiscale grazie al quale le multinazionali americane riescono ad abbassare di molto l’imponibile complessivo sui propri redditi prodotti nel vecchio continente.
Altro tema caldissimo è il single market, il progetto europeo di mercato unico digitale che è destinato a far brillare tutte le contraddizioni di mercato tra over the top, nuovi protagonisti, problemi tecnologici e giuridici e che deve essere votato a Strasburgo. Se l’Italia riuscisse a far passare queste direttive sotto la sua presidenza, mantendendo le colonne dell’abolizione del roaming e la famosa questione della net neutrality, sarebbe un successo clamoroso. Al momento, però, è impossibile fare questo tipo di previsione, dato che le elezioni potrebbero sconvolgere gli equilibri politici e del Parlamento europeo.