La numerazione automatica dei canali del digitale terrestre, altrimenti conosciuta come LCN, è tutta da rifare. A deciderlo è stato il TAR del Lazio, che ha riconosciuto le ragioni presentate dalle emittenti locali nel ricorso presentato qualche mese fa contro l’attuale numerazione al momento in vigore, peraltro anch’essa raggiunta dopo diversi tira e molla tra le varie emittenti televisive che operano sulla piattaforma.
Le emittenti locali protestavano contro i criteri di assegnazione dei numeri sul telecomando degli apparecchi digitali deliberati dall’AGCOM e secondo cui i numeri dall’1 al 9 sarebbero stati appannaggio dei canali televisivi generalisti nazionali, per poi riprendere con la numerazione dal 20 in poi, assegnata ai cosiddetti canali “mini-generalisti” come, tanto per fare un esempio, i vari Rai 4, Iris e La5. In mezzo, nella fascia che va dalla posizione 10 alla 19, si sarebbero collocati invece i canali locali, che però non hanno gradito tale soluzione.
La numerazione è ovviamente facoltativa, ma considerando che praticamente tutti i decoder e i moderni televisori con digitale terrestre integrato memorizzano automaticamente i canali nelle posizioni assegnate secondo i criteri dell’LCN (funzione che la maggior parte degli apparecchi permette di inibire, ma che di fatto viene usata dalla stragrande maggioranza dei telespettatori per semplice comodità), essa assume un valore enorme nel regalare o togliere visibilità a questo o a quel canale.
La decisione del TAR, che ha accolto le rimostranze presentate dall’emittente napoletana Canale 34, adesso potrebbe riaprire una questione che sembrava chiusa dopo mesi di polemiche tra i vari operatori. La sentenza inoltre è immediatamente esecutiva, ma per bloccarne gli effetti l’AGCOM ha presentato un ricorso d’urgenza al Consiglio di Stato chiedendone la sospensione momentanea, un’azione necessaria per evitare che ritorni una sorta di “far west” dell’LCN con il risultato di avere numerosi conflitti tra canali a tutto svantaggio degli spettatori meno avvezzi alla tecnologia come possono essere ad esempio gli anziani, i quali si ritroverebbero dall’oggi al domani una lista canali ordinata in maniera differente rispetto a quanto stavano lentamente e gradualmente memorizzando in questi mesi.
Tornando ai meriti della decisione del TAR, va precisato come a essere ritenuti inefficaci sono i criteri secondo cui l’AGCOM avrebbe assegnato le posizioni della lista, che si basano su dei sondaggi descrittivi delle abitudini e delle preferenze degli utenti affidati ai Corecom, cioè ai comitati regionali dell’Authority). La palla passa ora al Consiglio di Stato, che dovrà decidere sulla sospensione o meno del provvedimento, intanto però, la pronuncia del tribunale amministrativo del Lazio ha riaperto le discussioni e il rischio, in caso di dover rifare tutto da capo, è quello di tornare indietro di mesi nell’attesa di trovare un nuovo accordo che, come si può ben capire, non sarà facile da raggiungere viste le premesse.
Aggiornamento: il Consiglio di stato ha sospeso la decisione del TAR e, di conseguenza, la numerazione attuale rimarrà al momento in vigore.