In questi giorni è comparsa sul web la notizia che vede molte “teste coronate” del colosso asiatico BenQ, alle prese con la giustizia.
A quanto pare la polizia di Taiwan ha messo sotto custodia cautelare tredici dirigenti per interrogarli su quello che si sospetta sia insider trading, cioé la compravendita illegale di azioni sfruttando la loro posizione all’interno della società e quindi avendo accesso a informazioni che normalmente non sarebbero accessibili.
Fra gli indagati figurano anche alcuni personaggi di spicco, quali Eric Yu, senior vice president e Chief Financial Officer, attualmente in stato di fermo e Kun-Yao Lee, il chairman di BenQ. Secondo John Chang, rappresentante del Taoyuan District Prosecutor’s Office a seguito di lunghi interrogatori sono emerse prove che aggraverebbero la posizione di Kun-Yao Lee, il grande capo, che tuttavia continua non solo a ritenersi innocente, ma sostiene anche che all’interno della sua società non ci siano mai state operazioni di insider trading.
Una questone a dir poco spinosa che coinvolge uno dei maggiori colossi asiatici, dai grossi volumi di vendita, coinvolto principalmente nella produzione per conto di terzi (anche se produce molti prodotti con il proprio brand) di diversi dispositivi informatici.