L’argomento era in piedi ormai da molto tempo e alla fine, con decreto legislativo datato 21 febbraio (ma in Gazzetta Ufficiale dall’11 marzo) la svolta è siglata a norma di legge: il diritto d’autore vede innalzata la propria durata da 50 a 70 anni.
La legge prevede insomma che il diritto d’autore su di una specifica opera venga prolungato dal precedente limite a quello fissato dal nuovo decreto, aumentando così di un ventennio la copertura del diritto e la garanzia a favore del titolare del diritto stesso. L’origine della norma è così spiegata da Altalex: «Tenuto conto che l’attuale durata della protezione del diritto d’autore (50 anni) è insufficiente a proteggere l’esecuzione per l’arco della vita degli artisti, essa viene estesa a 70 anni, anche al fine di tutelarli in un periodo della vita in cui potrebbero trovarsi a fronteggiare un calo del loro reddito».
L’idea di fondo è insomma quella di tutelare un autore per tutta la sua vita, così che in caso di difficoltà economiche possa trovare sostegno nel prodotto della creatività espressa in gioventù. La norma non è frutto di una deviazione italiana al diritto internazionale, ma semplicemente l’attuazione della direttiva 2011/77/UE «che modifica la direttiva 2006/116/CE concernente la durata di protezione del diritto d’autore e di alcuni diritti connessi».
Il provvedimento interessa produttori di fonogrammi, artisti, esecutori, interpreti musicali e società di gestione collettive che li rappresentano. La modifica implica un evidente beneficio anche per le piccole e medie imprese operanti nel settore.