Ad un anno e mezzo di distanza dall’entrata in vigore del diritto all’oblio, il numero delle richieste ricevute da Google per la rimozione dei link dal motore di ricerca è pari a 348.085, per un totale di 1.234.092 URL. Focalizzando l’attenzione esclusivamente sull’Italia, le richieste sono state 26.186 e i link interessati 85.656. È quanto svela il nuovo Rapporto sulla Trasparenza condiviso dal gruppo di Mountain View.
Diritto all’oblio: alcuni esempi
Analizzando le statistiche, emerge che le richieste sono state accolte nel 42% dei casi e respinte nel rimanente 58% a livello continentale. In relazione al nostro paese, invece, le percentuali diventano rispettivamente 70,3% e 29,7%. Ogni singolo caso viene esaminato con attenzione prima di decidere se procedere o meno alla cancellazione dei risultati dalle SERP, cercando non far prevalere l’interesse personale degli individui coinvolti sul diritto pubblico all’informazione. Un compito non semplice, che spesso richiede una discussione approfondita, come svelano alcuni nuovi esempi forniti da bigG e provenienti da tutta Europa. In questa situazione, ad esempio, Google ha scelto di non eliminare i link.
Ungheria: un funzionario pubblico altolocato ci ha chiesto di rimuovere articoli recenti relativi a una condanna penale risalente a decenni fa. Non abbiamo rimosso gli articoli dai risultati di ricerca.
Stesso esito per la richiesta di un prete francese accusato del possesso di materiale pedopornografico.
Francia: un prete accusato di possesso di materiale pedopornografico ci ha chiesto di rimuovere articoli in cui si parlava della sua condanna e dell’allontanamento dal mondo ecclesiastico. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.
Accolta invece la richiesta di una donna italiana relativa ad articoli sull’omicidio del marito avvenuto decenni fa.
Italia: una donna ci ha chiesto di rimuovere un articolo risalente a decenni fa, relativo all’omicidio di suo marito, in cui era citato il nome della donna. Abbiamo rimosso la pagina dai risultati di ricerca relativi al suo nome.
Rimangono indicizzati i link verso articoli recenti in merito ad un arresto per reati finanziari commessi in ambito professionale.
Italia: abbiamo ricevuto da una persona diverse richieste di rimozione di 20 link ad articoli recenti sul suo arresto per reati finanziari commessi in ambito professionale. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.
Cancellati quelli verso pagine che parlano di un crimine avvenuto decenni fa, su richiesta della vittima. Uno dei fattori determinanti la decisione di Google sembra dunque essere la distanza temporale dall’accadimento.
Italia: abbiamo ricevuto dalla vittima di un crimine una richiesta di rimozione di tre link che parlano del reato, che è avvenuto decenni fa. Abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca relativi al suo nome.
L’ultimo esempio fa riferimento ad un illecito di cui si trova in Rete una copia del documento ufficiale pubblicato da un ente dello stato.
Italia: una persona ci ha chiesto di rimuovere un link a una copia di un documento ufficiale pubblicato da un ente statale in cui venivano segnalati gli atti di frode commessi dalla persona. Non abbiamo rimosso la pagina dai risultati di ricerca.