Durante la tradizionale conferenza di discussione sui risultati finanziari del terzo trimestre del 2020, The Walt Disney Company ha rivelato di aver raggiunto l’invidiabile cifra di 73 milioni di abbonati su Disney+, e questo a un solo anno di distanza circa dal suo debutto negli Stati Uniti.
Una crescita costante, alla quale hanno probabilmente contribuito, oltre alla interessante programmazione del servizio di streaming che può contare su marchi famosi come Star Wars e Marvel, giusto per citarne alcuni, la pandemia di Covid-19, e proposte interessanti, come quella legata alla nuova PlayStation 5 o l’offerta inerente Xbox Game Pass Ultimate.
Non solo Disney+
Bob Chapek, Amministratore delegato di The Walt Disney Company ha plaudito la costante ricerca della società di contenuti originali di qualità, con riferimento particolare a serie come The Mandalorian. Sempre in ambito servizi in streaming, oltre che da Disney+ la compagnia di Burbank ha ricevuto segnali positivi anche da Espn+, specializzata in eventi sportivi, e da Hulu, un altro servizio digitale di film e spettacoli.
Il rovescio della medaglia
Ma se la divisione che comprende l’attività di streaming registra dati positivi, lo stesso purtroppo non si può dire per il resto delle attività del colosso mondiale dei mass media. L’azienda ha infatti chiuso in perdita il secondo trimestre consecutivo, con un passivo di 710 milioni di dollari accompagnato da un calo del fatturato del 23% a 14,7 miliardi.
In questo caso l’impatto della pandemia si è rivelato pesante sulla produzione cinematografica e sui parchi tematici. Come riportato da IlSole24ore, negli ultimi mesi la società ha dovuto eliminare 28.000 posti di lavoro nelle varie sedi Disneyland, bloccate dalla crisi derivata dalla diffusione del coronavirus.