Il Governo è impegnato nel ridurre il divario di genere anche sul fronte della digitalizzazione. In quest’ottica ha inserito, all’interno del Piano operativo della Strategia per le competenze digitali, una serie di interventi specifici volti a formare duecentomila donne tra i 15 e i 70 anni con un livello di istruzione non superiore alla licenza media inferiore. Secondo il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, “la cultura digitale e le nuove tecnologie offrono l’opportunità di connettere talenti, condividere saperi, migliorare la qualità della nostra vita e della società”.
Grazie al progetto Repubblica Digitale, realizzato per favorire l’educazione sulle tecnologie del futuro, abbiamo reso possibile che oltre 34mila donne, dodicimila delle quali studentesse, frequentassero corsi su alcuni di questi argomenti: programmazione, robotica, elettronica, dati e intelligenza artificiale e comunicazione attraverso i social network”.
Nell’anno appena terminato, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha quindi messo in atto alcune azioni per contribuire a ridurre un divario che tuttora pesa nella nostra società, come evidenziato dai dati raccolti dal World Economic Forum, vede l’Italia collocarsi al settantesimo posto su 140 Paesi dal punto di vista della parità di genere.
Donne e tecnologie
Secondo una ricerca dell’EIGE, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, una riduzione del divario di genere nell’istruzione STEM (dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics, termine utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche), sarebbe un fattore di crescita economica nel lungo periodo, con un aumento dell’occupazione (fino a 1,2 milioni entro il 2050) e un incremento del PIL (fino a 820 miliardi di EUR entro il 2050).
Si prevede che le nuove professioni STEM daranno luogo a un gran numero di posti di lavoro ben retribuiti: la competitività dell’UE conoscerà un miglioramento e il divario retributivo tra i generi sarà gradualmente colmato. Ecco perché progetti come Repubblica Digitale sono fondamentali per abbattere anche tutti gli stereotipi di genere, che spesso tengono lontane le figure femminili dal settore della tecnologia.