Il più grande produttore al mondo di droni consumer, DJI, ha scoperto diversi casi di grave corruzione all’interno dell’azienda, con la conseguenza di dover sostenere spese che la porteranno a perdere, per l’esercizio 2018, oltre 1 miliardo di yuan (150 milioni di dollari).
La società sta indagando sulla vicenda ma ha già spiegato che alcune evidenze sono emerse durante il controllo di routine di qualità nel 2018, e di aver consegnato dati e informazioni alle autorità. Ecco cosa ha rilasciato un portavoce della compagnia, in attesa di capire in che modo proseguiranno le azioni legali, che però hanno già portato a dover sostenere costi ingenti, una voce pesante sul resoconto di chiusura dell’ultimo anno fiscale.
DJI condanna fermamente qualsiasi forma di corruzione e ha creato una task force anti-corruzione di alto livello per indagare ulteriormente e rafforzare le misure di prevenzione e contrasto. Un certo numero di evidenze su casi collegati alla corruzione sono stati consegnati alle autorità e abbiamo già preso decisioni in merito ai dipendenti appurati coinvolti, che sono stati già licenziati.
Il China Securities Journal, organo di informazione gestito dallo stato, ha citato un rapporto interno, secondo il quale sono state indagate, da DJI, più di 40 persone in maniera privata, cioè prima di un’indagine ufficiale. Diverse società tecnologiche cinesi hanno recentemente lanciato iniziative per eliminare la corruzione e all’inizio di questo mese il colosso Didi Chuxing, un’impresa di trasporti con sede a Pechino, ha dichiarato di aver licenziato oltre 80 dipendenti nel 2018 per tali motivi.
Il dipartimento di risorse umane di DJI, intervistato dal quotidiano, ha confermato di aver un totale di 12 impiegati alla fine del 2018, con previsioni di crescita che, entro il 2019, dovrebbero contare 14 mila risorse, a un ritmo di incremento decisamente interessante.