In Italia sta succedendo qualcosa di strano con la rete di connettività. Nei giorni scorsi si sono moltiplicate le ricerche del colpevole (anche se fin da subito i media nazionali sembravano aver puntato dritto ad un sicuro indiziato), ma ad oggi si è senza un nome nè tantomeno si è capito il movente. La scena del delitto è una rete nazionale già malata da anni. Gli italiani connessi sono i testimoni sentiti sulla blogosfera ed ora spunta un nuovo sospettato: Telecom Italia.
Il problema: navigazione bloccata. Ne parlano anche i tg nazionali, con spiegazioni spesso improbabili, adducendo tra i motivi la diffusione di malware in grado di occupare il canale rendendo difficoltose (o addirittura impossibili) le comunicazioni. I primi dubbi che si diffondono in rete prendono origine dal fatto che tutto questo caos di spyware non sembra esserci, o almeno non più del normale. A confermare (o a suggerire?) il primo filone interpretativo ecco un comunicato Telecom Italia sul proprio sito di assistenza helpadsl.it:
«La informiamo che è stata riscontrata su Internet una notevole diffusione di spyware o adware il cui effetto si manifesta nella possibile difficoltà di connessione e nel saltuario sovraccarico dei sistemi DNS dei vari Internet Service Provider. A causa di tale situazione, benchè Telecom Italia abbia già adottato contromisure significative, si potranno verificare ritardi nella consegna della Posta Elettronica e problemi di navigazione. Se Lei dovesse avere problemi analoghi a quelli descritti, le suggeriamo di verificare sul suo Computer la corretta impostazione degli indirizzi DNS».
Segue l’indicazione dei due DNS da utilizzare: primario 151.99.125.1 e secondario 151.99.0.100. A pilotare i primi dubbi su questa tesi giunge l’opinione di Stefano Quintarelli, attuale presidente AIIP e dimissionario a fine anno. Secondo Quintarelli «se c’è un malware che attacca i DNS di un operatore, lo stesso problema lo dovrebbero lamentare più o meno tutti gli operatori, e non solo in Italia ma anche all’estero»: senza puntare il dito contro qualcuno, la tesi suggerisce quantomeno la possibilità di una spiegazione diversa. I commenti al suo post, invece, non le mandano a dire: «quando, credo un mese fa, ci fu il problema di Google irraggiungibile per un intero giorno, era un problema di routing di Telecom (e tutti dicevano che era il dns); ma, ne sono certo, era un problema di routing dei pacchetti in ingresso alla rete Telecom da seabone/sprintlink» […] «ma quale virus… la realtà è la rete satura Telecom (vedi 20 mega e passaggio delle 640k a 2 mega), i forum sono pieni zeppi di utenti che si lamentano dei continui disservizi» […] «l’operazione mediatica di Telecom Italia, che ha istituito un numero speciale di cui ha fatto fare pubblicità ai telegiornali, addossando le colpe a malware non identificati e lasciati nel vago, è in linea con la mancanza di informazioni che viene data ai diversi fenomeni». E così via.»
Luca Spada, amministratore delegato NGI, vede nella saturazione degli switch il problema concreto. La causa rimane ancora una volta da individuare. Va segnalato come sul forum “ADSL e connettività” di HTML.it il problema è stato segnalato ed affrontato fin da subito, giungendo ad identiche conclusioni: l’ipotesi malware non regge.
Quando cade un aereo, è più probabile che nello stesso periodo ne cada anche un altro: una vecchia teoria guarda alle concause identificando nei “disastri” un evento in qualche modo prevedibile in quanto conseguenza di una situazione che si disgrega giorno dopo giorno fino al crack finale (ed alla ripetizione dello stesso, in assenza di variazioni nelle condizioni causali). Senza poter individuare colpevole e movente, anche in questo caso il problema può essere inquadrato in quest’ottica: una situazione sfilacciatasi da anni e tale da far emergere ora problemi che da tempo avrebbero dovuto trovare soluzione.