DNSChanger: 17.000 utenti italiani fuori da Internet

DNSChanger: sono almeno 17.000 gli utenti italiani tagliati fuori da Internet.
DNSChanger: 17.000 utenti italiani fuori da Internet
DNSChanger: sono almeno 17.000 gli utenti italiani tagliati fuori da Internet.

Lo spegnimento, da parte dell’FBI, dei server collegati al malware DNSChanger sta causando non pochi disagi a tanti internauti che hanno subito l’infezione dei propri computer e che non sono corsi nel frattempo ai ripari. Sono infatti tantissimi gli utenti che stanno registrando in queste ore l’impossibilità di navigare sul Web e la causa è ovviamente l’utilizzo dei DNS impostati da DNSChanger, i quali si appoggiavano a quei server appositamente realizzati per veicolare il traffico Internet ma che adesso, proprio per l’opera delle autorità americane, sono offline e non possono così rispondere alle richieste di risoluzione dell’indirizzo IP che arrivano dai browser dei PC infettati.

Secondo il DNSChanger Working Group sono circa 250.000 le macchine che risultano ancora infette e ciò significa che un cospicui numero di utenti non ha di fatto accesso a Internet pur non avendo alcun problema di accesso a livello di infrastrutture hardware. Di questo insieme di utenti fanno parte anche diversi internauti italiani, che fino alle statistiche delle scorse ore risultavano essere 17.704, quindi molti meno dei 26.000 a rischio black-out censiti alcuni mesi fa.

Come fatto notare da molti, si tratta ugualmente di un buon numero, che conferma come l’Italia sia al primo posto come numero di infezioni causate da DNSChanger in rapporto al numero degli utenti connessi, mentre si piazza al secondo posto dietro agli USA se si considera in assoluto il numero di macchine prese di mira dal malware.

Gli utenti ancora coinvolti sono quelli che nei mesi scorsi hanno ignorato, volutamente o per semplice disinformazione, l’allarme lanciato dagli esperti, che consigliavano di sistemare i propri DNS in caso di infezione con un largo anticipo rispetto allo spegnimento dei server programmato dall’FBI, che nel frattempo si era occupato di gestire i DNS “truffaldini” per mettere al sicuro l’esplorazione del Web da parte del pubblico e per evitare di lasciare letteralmente al buio da un momento all’altro gli internauti.

In caso di mancata navigazione il consiglio è quindi quello di cambiare le impostazioni dei server DNS a cui il browser fa riferimento per la navigazione, magari rivolgendosi a qualche amico, collega o conoscente più esperto o, se non ci sono alternative, al servizio di assistenza del proprio Internet Provider, che dovrebbe essere in grado di guidare l’utente nella sostituzione dei DNS ormai offline con altri sicuri e funzionanti.

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