Apple ha deciso di seguire le orme di Mozilla e Microsoft, integrando in Safari una funzionalità che impedisce ai siti web il tracciamento dell’attività online degli utenti. Nell’ultima build di Mac OS X 10.7 (Lion), in particolare, gli sviluppatori hanno scoperto il “Do Not Track” all’interno del browser: la versione finale del sistema operativo sarà disponibile entro l’estate.
A questo punto, l’unico browser rimasto senza “do not track” è Chrome. Non è questo un caso: il gruppo di Mountain View è quello che più di ogni altro costruisce il proprio mercato sul tracciamento degli utenti e delle loro attività, dunque ogni vincolo in questa direzione potrebbe essere pericoloso ai fini della monetizzazione del proprio impero. Google ha dichiarato tuttavia che sono in corso discussioni con l’industria dell’advertising per trovare la migliore soluzione possibile. Nel frattempo, gli utenti che desiderano non essere “tracciati” dalle pubblicità mirate, possono installare l’estensione Keep My Opt-Outs.
Il Do Not Track, inserito in Safari, Firefox 4 e Internet Explorer 9, invia automaticamente un messaggio contenuto nell’HTTP Header a tutti i siti visitati dall’utente, segnalando la volontà di non essere tracciati. Purtroppo non esiste ad oggi nessun obbligo specifico, per cui i gestori dei siti e gli inserzionisti pubblicitari potrebbero anche ignorare la richiesta. La creazione di uno standard potrebbe però mettere pressione al mercato, costringendo nei fatti tutti ad adeguarsi ad una funzione che si fa probante delle buone intenzioni di chi sviluppa network, siti o servizi online.
Il meccanismo del Do Not Track può funzionare correttamente solo attraverso la cooperazione di tutti gli attori coinvolti. I maggiori network di advertising online devono ancora capire come implementare il sistema: per questo motivo, Microsoft ha integrato in Internet Explorer 9 le Tracking Protection Lists che funzionano anche senza l’intervento degli inserzionisti, alzando così l’asticella e mettendo ulteriore pressione in questa direzione.