La battaglia legale tra Dolby e RIM può dirsi definitivamente conclusa: le due società hanno infatti trovato un accordo per mettere da parti le armi dopo la denuncia giunta nel corso del mese di giugno da parte del gruppo di San Francisco, le cui accuse nei confronti di RIM riguardavano l’utilizzo improprio di tecnologie brevettate per la compressione audio.
Nel mirino del gruppo sono dunque finiti sia alcuni smartphone dell’azienda canadese (in particolare i modelli Storm, Tour, Pearl, Curve e Touch della linea BlackBerry) che il tablet PlayBook, i quali avrebbero dunque utilizzato sistemi basati su alcuni brevetti posseduti da Dolby senza ottenerne la dovuta licenza: materia del contendere sono stati alcuni algoritmi utilizzati per ridurre lo spazio occupato dai file audio all’interno dei dispositivi di archiviazione presenti nei prodotti RIM, senza perdite in termini di qualità.
La denuncia, depositata sia in Germania che negli Stati Uniti, prevedeva una duplice richiesta: da un lato veniva infatti preteso un risarcimento economico per le violazioni passate, mentre dall’altro Dolby esigeva il blocco delle vendite dei dispositivi incriminati essendo questi il frutto di una violazione di proprietà intellettuale. I termini dell’accordo non sono stati resi noti, ma i vertici di Dolby hanno evidenziato come la società attenda un ricavo economico proveniente dalle licenze concesse a RIM quantificabile in circa 15 milioni di dollari nel solo quarto trimestre fiscale dell’anno.
Andy Sherman, vice presidente esecutivo della società statunitense operante nel campo dell’audio digitale, ha dunque dato il benvenuto a Research In Motion nella grande famiglia delle società che hanno ottenuto in licenza le tecnologie brevettate dal gruppo nel corso dei lunghi anni di ricerca, nei quali sono stati realizzati numerosi sistemi attualmente alla base dei principali strumenti in grado di riprodurre file audio.