C’è un passaggio, nell’articolo di ArsTechnica che parla delle nuove traversìe dell’ICANN, che merita una piccola riflessione. Il pezzo, a firma di Joel Hruska, considera infatti l’autorizzazione a registrare nuovi domini come una «licenza a stampare moneta». Come un conio dello stato, l’ICANN in effetti autorizza alla produzione di un materiale prezioso di per sé. La stampa di questa moneta, però, è in qualche modo soggetta alle leggi solite dell’economia: stamparne molta determina un deprezzamento generale del valore unitario.
La creazione di molti TlD toglierà importanza a quelli esistenti mentre l'”inflazione” porterà ad una moltiplicazione dei doppioni per evitare problemi di trademark. Così il sistema crea una ridondanza da cui l’ICANN può cavarne moneta, quella vera.
Certo autorizzare la creazione di nuova moneta è una grave responsabilità: l’ICANN è qualitativamente accreditato per un onere tanto importante? Le polemiche del passato ed i dubbi del presente saranno sufficienti a porre un freno al repentino cambiamento in programma?
I domini come moneta. Interessante analogia. Soprattutto ora che di moneta ne servirebbe molta sui mercati…