Google è alle prese con un nuovo (in questo caso inaspettato) problema in ambito privacy. Ma questa volta non è colpa di un particolare servizio online, quanto di una richiesta in merito al concorso “Doodle 4 Google“. Si tratta del concorso d’arte che richiede ai bambini di inviare un disegno che può diventare un doodle, ovvero il logo che compare sul motore di ricerca e che ha un riferimento geografico o storico.
Diversi genitori hanno accusato l’azienda, rea di aver raccolto dati personali dei bambini: in particolar modo si parla della richiesta di inserire le ultime quattro cifre del numero di previdenza sociale del bambino. È ovvio che, per un ladro di identità, il numero di previdenza sociale di un bambino può rivelarsi una miniera d’oro, grazie al quale riuscire a creare identità fittizie da monetizzare in seguito secondo varie modalità.
Google ha allontanato ogni accusa dichiarando, tramite il proprio portavoce Jay Nancarrow, che queste affermazioni sono speculative ed infondate. Google avrebbe richiesto le informazioni sul numero di previdenza sociale semplicemente per evitare duplicati. Successivamente avrebbe modificato il sistema di raccolta dati, rendendosi conto che sarebbero bastate meno informazioni. In ogni caso, l’azienda ha tenuto ad affermare che le cifre del numero di previdenza sociale sono state utilizzate solo per la gestione del concorso, e che ogni informazione verrà eliminata in modo sicuro.
Parry Aftab, avvocato specializzato nella sicurezza della privacy, ha dichiarato: «Non credo che Google abbia agito con malvagità. Ma questo è un classico esempio di come, in una grande azienda, la mano sinistra non sa quello che la destra sta facendo. Sono sicuro che in questo caso alcuni dipendenti pensavano che questa fosse una buona idea, senza riflettere veramente su tutte le implicazioni». Doodle 4 Google ha raccolto 33.000 partecipazioni l’anno scorso, mentre l’edizione di quest’anno scade il 16 marzo.