Dopo Wikipedia, anche YouTube out per un paio d'ore per un problema tecnico

Dopo Wikipedia, anche YouTube out per un paio d'ore per un problema tecnico

Si sarebbe trattato di un problema tecnico a sentire Google. Il colosso di Mountain View ha spiegato infatti in questa maniera il problema che ha oscurato per un paio d’ore YouTube nella giornata di ieri.

Il popolare sito di videosharing è andato out verso le 12 di ieri ed è rimasto irraggiungibile per circa due ore, con tanto di messaggio d’errore, il conosciuto “Http/1.1 Service Unavailable”, che si presentava a quanti tentavano di accedere all’home page del portale.

Particolare curioso è stato, infatti, quello che a non essere attivi sono stati la pagina principale e altre pagine come quelle dei canali tematici del sito, mentre erano perfettamente disponibili tutti i video caricati, che si potevano tranquillamente raggiungere tramite il link diretto.

Secondo quanto dichiarato da Google si sarebbe trattato, come detto prima, di un “problema tecnico”, una giustificazione corredata dalle scuse per il disservizio:

Sappiamo quanto sia importante YouTube per le persone e ci scusiamo per qualunque inconveniente possa essere stato causato dall’interruzione di servizio.

Non sono stati finora precisati i motivi alla base del black-out mondiale del sito, un problema che segue un altro disservizio che ha visto protagonista, proprio il giorno prima, l’enciclopedia online gratuita Wikipedia, rimasta anch’essa offline per qualche ora.

Impossibile stabilire se vi possa essere stato un qualche lontano collegamento tra i due eventi che hanno visto coinvolti, in maniera curiosa, due siti popolari e user generated a distanza di poche ore tra loro, due siti, cioè, fondati sull’apporto degli utenti per quanto riguarda la creazione dei contenuti.

Comunque sia, forse anche condizionati dal clima abbastanza teso che si registra in questi giorni tra Google, o potremmo dire il Web occidentale in generale, e la Cina, non sono mancati coloro i quali, allarmati dall’assenza del sito video, hanno ipotizzato sui vari social network possibili attacchi ai server del servizio alimentando così il “giallo”, vero o presunto che sia, della vicenda.

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