Dove finisce il lavoro prettamente numerico del marketer, e dove comincia la fase creativa? C’è una linea di demarcazione tra lo spazio da dedicare alla ricerca di nuove soluzioni e linee di business e l’approccio numerico che obbliga un vaglio economico di queste idee, per verificare che stiano in piedi. Non si lancia un nuovo prodotto nel vuoto del mercato, non si implementa un nuovo servizio se non è retto da un business plan o non ha una rilevante forza strategica.
Questi sono i dettami della dottrina classica dai quali ovviamente non si può prescindere. Quanto mi costa e quanto mi rende: non esiste l’idea buona, esiste l’idea commerciabile.
Non me la sento di concordare in pieno con questo dogma. Lavorando dentro il marketing mi sento sempre più vicino al lato creativo, e se vogliamo spensierato, di questa materia, tenendomi lontano, finché posso, dai numeri e dai grafici.
Voi di che marketing siete? Fantasia o Numeri? Slide concettuali o Tabelle di costi e ricavi? Si possono scindere i due elementi?