Incidente imbarazzante per la Standard and Poor’s, che per poco non causava un crack alle casse dello Stato francese. Tutta colpa di una email spedita in automatico dopo una modifica ad un vecchio sito sulle banche francesi e il loro stato di salute. L’agenzia di rating ha infatti, senza volerlo, messo in fibrillazione le già tremolanti borse europee, facendo immaginare nientemeno che un taglio all’ottimo rating dei cugini d’oltralpe, che gode di una tripla A “con outlook stabile”.
Facile immaginare cosa comporta un downgrade, le cui conseguenze possono essere devastanti per l’economia a breve termine di una nazione e possono provocare anche importanti cambiamento a livello politico. L’informazione arrivata sulle scrivanie di tutti gli osservatori economici era invece un clamoroso errore tecnico dovuto ad un test vecchio di un anno, quando l’agenzia aveva inserito le banche francesi nel suo sito dedicato alla valutazione del rischio. Erano i tempi della crisi di liquidità delle banche, un semplice esperimento che immaginava di spedire messaggi in automatico al cambiamento degli standard economici di questi istituti.
Peccato però che giovedì scorso, qundo hanno messo mano al sito, è stata cancellata la pagina sulla Francia, ormai obsoleta, cambiamento che il sistema ha interpretato come un downgrade del rating spedendo una mail che ha innescato delle turbolenze dei mercati. La notizia è stata ovviamente smentita poco dopo, ma alcuni danni economici causati da questo errore informatico non sono più recuperabili. Il Primo Ministro francese Nicolas Sarkozy ha chiesto un’indagine su questo infortunio, costato una speculazione sui carburanti che ha lasciato qualche segno, ma soprattutto 28 punti di rendimento dei titoli di Stato, e ha mandato su tutte le furie la BCE e la Commissione Europea, convincendo il commissario per i mercati UE Michel Barnier ha stilare un comunicato:
Nel tempo attuale e con un mercato volatile, gli operatori devono esercitare una particolare disciplina. Ciò è tanto più importante in quanto non stiamo parlando di un qualsiasi operatore di mercato, ma di una delle più grandi agenzie di rating, che, come tale, ha una responsabilità (…) Urgono riforme in grado di ridurre la dipendenza dell’Unione ai giudizi delle agenzie, è necessaria maggiore concorrenza e trasparenza nel mondo del rating del debito sovrano, inasprendo la responsabilità per cattiva condotta.
Facile intuire dalle parole del commissario la tensione sempre più alta che sta montando tra i governi e queste agenzie, sul giudizio delle quali dipendono i destini di miliardi di euro di risparmi dei cittadini europei. Forse un po’ troppo, se basta una email per bruciarli.