I droni possono aiutare a salvare anche le vite umane. Questo è quanto successo in Australia quando un drone pilotato da una bagnino ha salvato la vita a due ragazzi che si erano trovati in difficoltà in mare. Il salvataggio è stato effettuato al largo delle coste del Nuovo Galles del Sud. Protagonisti sfortunati di questa avventura due ragazzi adolescenti che sono stati soccorsi dal drone che ha lanciato in mare una sorta di lungo salvagente autogonfiante che ha permesso loro di tornare a nuoto sani e salvi sulla terra ferma.
Un funzionario del Governo ha sottolineato la portata dell’evento evidenziando come il salvataggio sia stato effettuato in appena 70 secondi contro i 6 minuti circa necessari per un classico intervento di salvataggio umano. L’utilizzo dei droni in questi scenari critici può fare la differenza, consentendo di salvare molte vite umane. Il Governo locale ha anche sottolineato che questa è la prima volta che un drone riesce a salvare delle vite in mare aperto. Il drone che ha effettuato il salvataggio appartiene alla società Little Ripper Life Saver che sta testando una sorta di involucri da collocare sotto i droni contenenti defibrillatori automatici, salvagenti, kit di sopravvivenza e repellenti anti squalo da lanciare alle persone in difficoltà in mare.
I droni si confermano, dunque, ottimi strumenti in scenari critici riuscendo ad intervenire molto prima delle persone grazie alla loro rapidità di movimento. Il Governo del Nuovo Galles del Sud crede molto in questa tecnologia. L’anno scorso, per esempio, il Governo ha investito oltre 430 mila dollari australiani per una flotta di droni in grado di pattugliare le spiagge per monitorare l’eventuale presenza di squali grazie all’utilizzo di un sistema di intelligenza artificiale.