Quanto accaduto nella serata di ieri allo stadio Partizan di Belgrado non è di certo una buona pubblicità per il calcio e per il mondo dello sport in generale. La partita Serbia-Albania, valevole per le qualificazioni ai campionati Europei di calcio del 2016, è stata sospesa al 41esimo minuto del primo tempo sul risultato di 0-0. Non a causa di maltempo o problematiche di natura sportiva, ma per motivi di sicurezza. In campo è infatti scoppiata una vera e propria rissa.
A provocare il tutto è stato un drone, che sorvolando il terreno di gioco ha fatto sventolare una bandiera albanese con la scritta “Kosovo libero”. Quando il numero 13 serbo Stefan Mitrovic è riuscito a bloccarla, alcuni atleti avversari gli si sono scagliati contro, dando così vita ad una gigantesca colluttazione che ha coinvolto le panchine e i tifosi sugli spalti. Alcuni degli spettatori hanno poi dato vita ad un’invasione, mettendo così a rischio l’incolumità dei giocatori. Tra questi anche Ivan Bogdanov, ai più noto come “Ivan il Terribile”, già protagonista degli eventi che nell’ottobre 2010 a Genova portarono alla sospensione della gara Italia-Serbia.
Secondo Harry Been, delegato UEFA, la decisione di rimandare tutti negli spogliatoi è stata inevitabile. Proseguire il match avrebbe comportato rischi troppo elevati sia dentro che fuori dall’impianto. Al momento non è dato a sapere chi sia il responsabile dell’incursione dal cielo con il drone. La stampa internazionale ha inizialmente ipotizzato un coinvolgimento di Orfi Rama, fratello del premier albanese, tanto da parlare di arresto già nelle ore successive agli scontri, ma da Tirana sono presto giunte smentite in merito. Fra tutti gli utilizzi della tecnologia legata al mondo dei quadcopter visti finora, questo è senza alcun dubbio quello che avremmo preferito non dover commentare.