Mentre DJI, noto costruttore di droni pronti al volo, continua a svelare nuovi interessanti prodotti, contestualmente aumentano da parte di persone terze i tentativi di manipolare il software di questi multirotori per superare le limitazioni sul volo imposte dalla società. Coptersafe, in particolare, una società russa specializzata nell’eliminare le limitazioni di volo sulle no fly zone incluse nei droni della DJI ha venduto i suoi kit software/hardware anche al costo di 200 dollari ad unità.
Inoltre, alcuni cracker avrebbero recuperato il software della Coptersafe per poi renderlo disponibile in rete. Come conseguenza, chiunque può trovare facilmente in rete una guida che illustri come aggirare le limitazioni di volo imposte da DJI. Come noto, il produttore di droni ha configurato i suoi multirotore affinché possano volare solo nelle aree autorizzate impedendo il volo nelle aree così dette “no fly zone” come nelle vicinanze di un aeroporto. Ma, fortunatamente, DJI non rimasta passiva a queste situazioni illegali ed ha predisposto un aggiornamento del firmware che vada a rimettere le cose a posto. D’ora in poi, tutti i droni DJI che si collegheranno ad internet e che dispongono di un firmware suscettibile a queste modifiche saranno aggiornati automaticamente per impedire future manipolazioni.
Inoltre, l’azienda ha anche rimosso dai suoi server le vecchie versioni dei firmware vulnerabili. In futuro, inoltre, l’azienda interverrà automaticamente senza particolari annunci qualora individuasse tentativi di manipolare il software dei suoi droni.
Una dichiarazione forte che sicuramente rischia di sfociare in una “battaglia” tra DJI e i cracker ma trattasi di un passo giusto ed obbligato per garantire sempre la massima sicurezza di volo a tutti.