“Se le api dovessero sparire dalla superficie della Terra, all’uomo non rimarrebbero più di quattro anni di vita“. L’autenticità di questa frase, attribuita ad Einstein, non può essere verificata, ma è noto a tutti l’importanza delle api per gli esseri umani. Senza le api non avverrebbe più l’impollinazione delle piante e la formazione del frutto. Purtroppo il loro numero è in diminuzione da diversi anni e alcuni generi (ad esempio, i bombi) sono in via di estinzione. Ricercatori giapponesi del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) hanno suggerito una possibile soluzione: droni impollinatori.
La sindrome dello spopolamento degli alveari (Colony Collapse Disorder in inglese) è stata riscontrata per la prima volta nel 2006. Nel 2007 in Italia sono morte il 50% delle api. Le cause non sono ancora chiare, ma sembra che lo spopolamento sia dovuto principalmente ai cambiamenti climatici e all’uso massiccio di fitofarmaci. I ricercatori giapponesi hanno quindi pensato che piccoli droni impollinatori potrebbero in futuro continuare il lavoro degli utilissimi imenotteri. Nella parte inferiore dei quadricotteri è stata incollata una striscia di crini di cavallo imbevuti con un gel liquido ionico, grazie al quale il drone afferra e rilascia i granuli di polline.
L’esperimento è stato effettuato con gigli giapponesi. Anche se l’impollinazione ha avuto successo, i droni non possono ancora sostituire le api. Il loro controllo viene fatto manualmente da remoto, ma è stato possibile centrare il bersaglio perché i gigli hanno organi sessuali molto sporgenti. Per impollinare altre piante occorrono droni autonomi con fotocamere ad alta risoluzione, GPS e tecnologie di intelligenza artificiale. In ogni caso è necessario testare i droni all’aperto, dove ci sono condizioni più estreme rispetto a quelle di un laboratorio.
[embed_fb]https://www.facebook.com/verge/videos/1341470585889281/[/embed_fb]
I droni impollinatori realizzati dagli scienziati giapponesi ricordano chiaramente il sesto episodio della terza stagione di Black Mirror, in cui le api robot erano usate per uccidere le persone. Eijiro Miyako, responsabile del progetto, ha escluso una simile eventualità: i robot devono servire per scopi pacifici (in teoria, ndr).