Tempi molto duri per gli appassionati di droni in America. Il Pentagono, infatti, ha approvato una linea dura contro tutti coloro che utilizzano con troppa disinvoltura questi apparecchi volanti non rispettando le No Fly Zone, le aree, cioè, dove è vietato volare. Il Pentagono, nello specifico, ha approvato una nuova politica che dà alle basi militari il diritto di abbattere o di sequestrare i droni privati o commerciali che violano il loro spazio aereo e che possono essere considerati una minaccia.
Sebbene i dettagli di questa nuova politica d’intervento rimangano ignoti, il portavoce del Pentagono, Jeff Davis, ha spiegato che la scelta del Pentagono permetterà di fermare queste minacce. Tra le azioni possibili, dunque, il sequestro o la distruzione. Una disattenzione, potrebbe costare alle persone centinaia di dollari. C’è, però, un problema serio che emerge da questo regolamento. Evitare le basi militari è facile ma spesso non è chiaro sin dove si estendono le No Fly Zone e dunque dove è non concesso volare sebbene all’apparenza possa sembra lecito poterlo fare.
Come, infatti, afferma il Military Times, il Pentagono, a volte, affitta le terre degli agricoltori locali per costruire installazioni. Da capire, dunque, cosa potrebbe succedere ai droni che dovessero volare in campagna sopra queste installazioni poco note. Inoltre, gli stessi agricoltori utilizzano i droni per monitorare gli allevamenti e le colture. Anche in questo caso non sarebbe chiaro cosa succederebbe ai loro UAV se dovessero sorvolare accidentalmente le aree confinanti occupate dalle installazioni del Pentagono.
Sino a che le nuove Politiche del Pentagono non saranno esplicitate, questi dubbi rimarranno. Tuttavia, Jeff Davis ha, anche, affermato che le iniziative del Pentagono varieranno a seconda dei casi specifici.
L’iniziativa intrapresa dal Pentagono può sembrare dura. In realtà è una risposta ai sempre più frequenti incidenti causati dai droni che volano in aree non permesse causando, a volte, anche ingenti danni.