I droni sono tra i gadget tecnologici più richiesti del 2014 ma non sono, nemmeno nelle loro declinazioni più semplici, dei giocattoli, perché il loro utilizzo scorretto può portare a seri danni a cose ed a persone. Imparare a controllare un drone, in realtà il termine è abusato, si dovrebbe più correttamente parlare di multirotori, è fondamentale e così pure è molto importante sia rispettare alcune regole nel loro utilizzo che conoscere il loro funzionamento tecnico per comprenderne limiti e potenzialità.
Sfortunatamente i multirotori, in precedenza esclusiva degli appassionati di modellismo, oggi sono alla portata di tutti, in quanto sono disponibili moltissimi modelli “pronti al volo”, acquistabili in un qualsiasi centro commerciale o online, e possono essere anche addirittura guidati attraverso un’App per lo smartphone o il tablet pc. Prodotti alla portata di tutti, anche economicamente, che spesso sono utilizzati con troppa disinvoltura. Prova ne è che nelle cronache cittadine e nazionale degli ultimi mesi è facile trovare racconti di “incidenti” riguardanti droni guidati da persone poco esperte. La tecnologia che sta infatti dietro ai nuovi modelli pronti al volo aiuta i principianti ma questo non deve far pensare che guidare un drone o un multirotore sia facile come giocare sul proprio smartphone.
Costruire un drone è un’arte ed un hobby a cui si possono avvicinare tutti ma che richiede tanta pratica e pazienza. Oggi è già tutto pronto, forse troppo, ma prima di spiccare il volo è necessario almeno conoscere alcuni aspetti di base per non incorrere in problemi e danni per se e per gli altri.
Regolamento ENAC
Non si può volare ovunque, questo è un punto fermo. Anche se non esistesse un regolamento in materia, comunque il buon senso è sempre il criterio migliore da seguire per non incorrere in guai. Il regolamento c’è, anche se ancora in evoluzione visto che è molto giovane. Il legislatore differenzia tra utilizzo professionale e utilizzo ricreativo e dunque ne consegue che sia il regolamento di questa seconda categoria ad interessare a chi decide di avvincersi per hobby a questo mondo. Semplificando al massimo, per i multirotori elettrici, il volo deve essere fatto in aree non popolate opportunamente selezionate, di raggio massimo di 200 m e di altezza non superiore a 70 m. Il volo deve essere fatto a vista, cioè mantenendo il contatto continuo con il modello e senza aiuto di dispositivi ottici e/o elettronici a condizione che l’attività non presenti alcun rischio a persone e cose. Inoltre, è necessario scegliere una zona di volo ad una distanza di almeno 8 km dal perimetro di un aeroporto e dai relativi sentieri di avvicinamento/decollo.
Il suggerimento comunque è quello di leggere con attenzione cosa prevede il regolamento in materia.
Raggio d’azione ed autonomia dei droni
ENAC ha posto dei punti fermi sull’area in cui è possibile far volare un multirotore. Tuttavia una delle domande classiche che si pongono gli acquirenti di un nuovo drone è il raggio d’azione del modello, cioè quanto in la lo si può spingere. Non esiste una risposta unica, molto dipende dalla tecnologia implementata nel multirotore, nel radiocomando e dalla loro omologazione. Le leggi europee in termini di potenze erogabili sono molto più restrittive rispetto, per esempio, a quelle americane e dunque un radiocomando omologato in Europa potrà avere una minore gittata d’uso rispetto allo stesso omologato oltre oceano.
Con la diffusione delle App e dei dispositivi mobili, si stanno oggi diffondendosi sempre di più modelli controllabili tramite App e dispositivi mobile che sfruttano un collegamento WiFi per controllare il drone. Tra i prodotti più noti si segnalano, per esempio, i droni della Parrot, tra cui il nuovissimo Bebop. Il WiFi è probabilmente la tecnologia meno adatta per controllare un multirotore soprattutto a causa della saturazione delle sue frequenze. Inoltre, utilizzando il WiFi, la portata massima non sarà così elevata come quella di un normale radiocomando per modellismo. Nel migliore dei casi, in Europa, tramite WiFi è possibile arrivare verso gli 80-100 m massimi che possono magari raddoppiare se si utilizza un ripetitore che potenzia il segnale. Va meglio invece oltreoceano dove le leggi permettono di utilizzare reti wireless con potenze d’uscita molto maggiori dove questi particolari radiocomandi arrivano anche a superare teoricamente il chilometro di raggio d’azione.
A titolo di confronto, comunque, un buon radiocomando per modellismo, anche omologato per l’uso in Europa, può tranquillamente coprire senza problemi molte centinaia di metri, sin anche oltre il chilometro senza booster o ripetitori.
I radiocomandi dunque non sono tutti uguali e dunque è bene informarsi con attenzione prima di spiccare il volo. Altro problema da non sottovalutare l’autonomia. I droni (per lo più oggi elettrici) non permettono voli di grande durata. Mediamente, a seconda dei modelli, si va dai 5 ai 20 minuti d’autonomia. Quando si decolla è dunque importante tenere sotto controllo i consumi o l’orologio per non vedere precipitare il proprio modello a corto di energia.
Fly Away
Fortunatamente, nei multirotori più recenti, esistono dei sistemi di sicurezza che cercano di prevenire tutti quei “disastri” causati dai piloti novizi per evitare, per quanto possibile, il famoso fenomeno del “Fly Away“, cioè del drone che continua per la sua strada senza controllo. In caso di perdita di segnale del radiocomando, alcuni modelli sono predisposti o programmabili per atterrare in loco o per tornare automaticamente al punto di partenza. In questo secondo caso devono essere modelli dotati di GPS. Atterraggio forzato ma controllato anche nel caso dell’avvicinarsi dell’esaurimento della batteria.
Esistono dunque alcuni “paracadute” che consentono di salvare i droni ma è comunque buona norma non arrivare a tanto. Inoltre, per quanto sofisticati, i droni o i multirotori sono comunque dei mini computer che come tali possono guastarsi causando problemi o perdite di controllo. Dunque una buona e costante manutenzione è sempre richiesta e così pure l’attenzione per la scelta del campo di volo.