Apparentemente le politiche di Twitter sulla censura potrebbero sembrare condivisibili. Se i tribunali di un determinato Paese, dove il social network è presente con beni o dipendenti, richiedono che un determinato contenuto sia bloccato, Twitter asseconderà la richiesta, sicuramente il male minore da perseguire piuttosto che vedersi bloccare l’intero social network. Questo è quello che è successo di recente in Pakistan dove, per la prima volta, 5 richieste provenienti dagli uffici governativi sono state accettate dal social network che ha censurato alcuni contenuti ritenuti blasfemi e osceni tra cui alcuni disegni irriverenti sul Profeta Maometto.
Questa scelta di Twitter di assecondare il governo Pakistano, censurando alcuni contenuti, ha permesso di evitare una situazione analoga occorsa due anni fa quando il social network fu oscurato per un certo periodo con l’accusa di proporre contenuti blasfemi. Tuttavia, questa politica di Twitter di assecondare i governi, secondo alcuni osservatori, non starebbe funzionando troppo bene perché di riflesso offrirebbe potenzialmente un grande potere a quei Paesi dove i Governi tentano in tutti i modi di controllare l’informazione magari non avendo abbastanza forza per farlo davvero da soli. Richieste analoghe starebbero arrivando anche da molti altri Paesi come la Russia dove le motivazioni più che legali, sarebbero di natura squisitamente politica.
La Russia, infatti, ha chiesto e ottenuto di recente l’oscuramento di alcuni account Ucraini legati ai problemi politici che stanno incorrendo i due Paesi. Dunque una motivazione solo politica e legata alla volontà di controllare le informazioni.
Tuttavia, a rimarcare il problema, ci pensa l’Electronic Frontier Foundation (EFF) che in passato ha sempre difeso la politica delle censure di Twitter ma che ora attacca senza mezzi termini il social network. Per gli analisti dell’EFF, la censura in Russia è discutibile per due aspetti: il primo perché il social network non possiede dipendenti o beni in Russia e quindi non sarebbe tenuto a rispettare le decisioni dei tribunali locali e poi perché la censura è stata eseguita su account ucraini e non russi. A tutto questo si aggiungerebbe anche il fatto che la Russia è un Paese dove oggi la libertà dei media indipendente è messa fortemente in discussione e Twitter non può cedere a queste pressioni.
Nel caso del Pakistan, invece, è ancora più deludente vedere Twitter soccombere alle richieste dell’Autorità locale delle telecomunicazioni che agirebbe con eccessiva autonomia senza alcun giusto processo.