Pare che il Comune di Dublino abbia deciso di rinunciare al progetto di coprire l’intera città con connettività Wi-Fi.
Questa volta non sono timori per la salute a bloccare l’iniziativa, quanto problemi e dubbi burocratici realtivi al finanziamento della costosa opera. Secondo un’interpretazione delle normative comunitarie, il comune non potrebbe adoperare i fondi dell’UE per lo sviluppo tecnologico per costruire la rete Wi-Fi a Dublino.
La spesa, dunque, ricadrebbe interamente sulle casse del Comune e, trattandosi di varie decine di milioni di euro, ovviamente il progetto non sarebbe più fattibile.
L’occasione è stata però interessante per avviare un dibattito sul rapporto tra pubblico e privato in questo tipo di progetti. Secondo alcuni è giusto che il pubblico si interessi di questi temi e che si faccia carico delle spese necessarie. Secondo altri, invece, al pubblico spetterebbe solo un compito di impulso e facilitazione, ma starebbe poi al privato farsi carico delle spese.
Il problema è dato dalla gratuità della rete Wi-Fi. E’ di tutta evidenza che, se realizzata da un privato, tale gratuità non è sostenibile. Personalmente ritengo che sia ancora un po’ presto per parlare di Wi-Fi aperto e libero per tutti. La tecnologia, su numeri così grandi, ancora fa fatica a garantire stabilità e sufficiente ampiezza di banda a tutti.
Penso che, per ora, la soluzione ideale sia offrire connettività gratis in luoghi pubblici quali biblioteche, stazioni, musei, ecc. e lasciare all’iniziativa privata il compito di coprire l’intera città. Tra qualche anno, con tecnologie più mature ed economiche, sarà quasi certamente possibile parlare di Wi-Fi libera, aperta e gratis per tutti.