Lo scorso venerdì Tim Cook ha raggiunto un traguardo davvero importante: due anni alla guida di Apple. Era l’estate del 2011 quando Steve Jobs decise di abbandonare definitivamente il ruolo di CEO e di assumere quello di presidente dell’azienda, fino alla triste scomparsa pochi mesi dopo, nell’autunno dello stesso anno. Come ogni anniversario che si rispetti è tempo di bilanci: come si è comportato Cook in questo periodo? Quali sfide attendono il gruppo di Cupertino?
Qualche giorno fa Reuters, forse in occasione proprio del primo biennio come CEO della Mela, ha tratteggiato il carattere di Tim Cook sulla base di alcune informazioni trapelate dalla stessa azienda. Il CEO viene definito come un uomo estremamente metodico, lontano dalle scelte nonsense, del tutto disponibile con i dipendenti ma per nulla spaventato nel prendere decisioni difficili. Fra queste, forse la scelta di tenere Apple lontano dai giochi per più di 8 mesi, senza il lancio di alcun iDevice dagli iPad presentati nell’autunno del 2012.
Di recente si è letto come il board di Apple, seppur soddisfatto dall’impegno di Cook, abbia invitato il CEO a spingere il piede sull’acceleratore. I mesi di silenzio si sono fatti pesantemente sentire sui valori in borsa del gruppo – un calo progressivo che ha portato la Mela a passare dai 900 ai 300 dollari per azione – tanto che l’unica soluzione è vista nel lancio di nuovi prodotti. A ridosso con settembre, con il possibile ritorno in pista della mela morsicata, la strada di Cook rimane però in salita.
La prima scommessa di Apple è iPhone 5C, il melafonino dal prezzo ridotto e dal corpo in plastica, pensato per aggredire la concorrenza Android soprattutto sui mercati asiatici. Trattandosi di un prodotto nuovo e insolito per le politiche della Mela, il successo non è garantito: la sfida rimane aperta e la salvezza di Cook, seppur non pare rischi la sua posizione nella società, del tutto non garantita.
Vi è poi iPhone 5S, un dispositivo che non si dissocerà esteticamente dall’attuale iPhone 5, se non per la possibile colorazione oro e l’installazione di un lettore di impronte digitali. In questo caso, Cook gioca sull’affidabilità dei clienti: iPhone 5 è stato un successo di vendite anche durante il periodo più duro di Apple, è lecito ritenere così sarà anche per la versione aggiornata.
Occhi puntati sul mondo iPad, invece, un universo che potrebbe diventare l’ago della bilancia per l’amministrazione Cook. Il mercato attende da mesi il rilascio di una versione di iPad Mini dotata di display Retina, versione che tuttavia non è certa per questa prima tornata autunnale di lanci. Nel frattempo, pare che il modello classico si farà più sottile e moderno, ereditando il design proprio da iPad Mini.
Nessuna grande novità sul versante Mac – dopo la presentazione del nuovo e incredibile Mac Pro a cono, gli altri computer targati Mela dovrebbero ricevere solo piccoli aggiornamenti di prestazioni – mentre sul versante software pubblico e critica paiono essere soddisfatti di iOS 7 e OS X Mavericks, in dirittura d’arrivo nei primi giorni di settembre. Rimane infine la zona grigia dei “forse”: iWatch e iTV, due prodotti tutt’altro che assodati nella politica di Cupertino. Insomma, Cook ha dimostrato di essere un CEO adeguato al suo ruolo, per lui non è tuttavia il momento di adagiarsi sugli allori o di tirare un sospiro di sollievo.