Per circa due ore, gli utenti della versione statunitense di Amazon sono rimasti orfani del celebre portale, afflitto da uno dei blackout più lunghi dalla data del suo lancio nella metà degli anni Novanta. Nella giornata di venerdì scorso, il più grande store online del mondo è rimasto irraggiungibile per quasi due ore e mezza nelle ore centrali della giornata (tra le 10 e le 13), rendendo impossibile la navigazione nelle sue pagine e l’acquisto di beni e servizi offerti dal portale. Completamente imprevisto, il blackout ha interessato diverse migliaia di utenti intenti a fare il loro shopping online, troncando all’improvviso i loro ordini e le loro transazioni con carta di credito.
Il disservizio ha così instillato in numerosi clienti il dubbio sullo stato dei loro servizi online. Per più di due ore, gli acquirenti hanno così cercato di accedere ai loro account su Amazon per verificare se i loro acquisti fossero andati a buon fine o meno. Ma, a causa del blackout, una semplice pagina web informava della momentanea assenza dei servizi online, senza fornire ulteriori informazioni ai clienti e agli utenti abituali del portale. La confusione e l’incertezza su che cosa stesse accadendo ha inevitabilmente attirato una crescente massa di internauti curiosi, che hanno così appesantito ulteriormente i server statunitensi della società.
I tecnici di Amazon hanno dovuto lavorare alacremente per identificare il problema e porvi rimedio nel più breve tempo possibile, così da poter riavviare tutti i sistemi e rendere nuovamente operativo il portale. Tra gli store online più conosciuti, Amazon sviluppa altissimi livelli di traffico online negli States. Secondo la società di analisi e consulenza comScore, nel solo mese di aprile, il portale della società di Seattle avrebbe attirato circa 58 milioni di visitatori. L’alto numero di visite e la complessità del sistema utilizzato per gestire ricerche, ordini e transazioni possono talvolta condurre a errori gravi che, innescando un effetto domino, portano al collasso dell’intero sito web.
Nel tentativo di non prestare il fianco a speculazioni e indiscrezioni, Amazon ha preferito ripristinare nel più breve tempo possibile il suo portale statunitense senza fornire alcuna informazione sulla natura del blackout. Secondo alcuni esperti di sicurezza informatica, il temporaneo crollo sarebbe stato causato banalmente dall’elevata complessità dei sistemi offerti alla clientela, basati su un alto livello di personalizzazione e quindi molto articolati. La dinamica stessa degli eventi sembra avvalorare questa ipotesi, anche se le recenti esperienze di Comcast, il cui portale è stato violato per numerose ore, non escludono completamente la pista di una azione da parte di alcuni cracker. Evenutalità particolarmente significativa e proprio per questo meno ammissibile da parte di Amazon, interessata a tutelare la propria immagine e la propria affidabilità.