Allo stato attuale sembra che in Europa sia tempo di cambiamenti e varie correnti di pensiero si alternano, ma quasi tutte sono direzionate per contrastare la pirateria.
Non sarebbe solamente la lotta delle Major, ma è diventata la lotta delle istituzioni contro la criminalità organizzata.
Queste parole arrivano dall’espertissimo comandante del Gico (Gruppo Interprovinciale Criminalità Organizzata), del Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari della Guardia di Finanza, Maggiore Mario Piccinni. L’Ufficiale avrebbe dichiarato che:
“un kg di cocaina subisce un ricarico dal grossista al dettagliante del 100%, mentre un pacchetto software ha un ricarico del 900%”.
Per acquistare un film o un gioco pirata da un ambulante si pagano circa 6 euro, ha aggiunto Piccinni, 3.5 di questi vanno all’organizzazione criminale, due al venditore e 0,50 sono i costi di produzione.
La maggiore sorveglianza della costa adriatica, oltre a cambiare i flussi migratori, ha portato anche a un riciclo della criminalità specializzata nel contrabbando che oggi si dedica con sempre maggiore interesse al software contraffatto.
Al notevole guadagno corrisponde anche una maggiore facilità di trasporto e spaccio del materiale (impossibile essere beccati da un cane antidroga) anche un minor rischio dal punto di vista penale (le pene che sanzionano tale reato sono di gran lunga più clementi).
Anche se, a rigor di logica, i “pirati” della rete saranno sempre meno spietati dei loro colleghi che spacciano “polvere bianca”, anche perchè fisicamente non hanno mai fatto del male a nessuno.
Sarà forse solo una questione di soldi incriminare i pirati del web?