Fino a ieri era “tutta colpa di Pisapia”, ma l’argomento per eccellenza su Twitter, hashtag, Facebook e tormentone web che ha contraddistinto il ballottaggio alle scorse elezioni milanesi e fatto scuola nell’ambiente dei social media, potrebbe essere scalzato da un nuovo trend topic: #colpadeimedia.
Il riferimento, per nulla velato, è alla reazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che così ha commentato la pessima notizia dell’abbassamento di rating, da A+ ad A, dell’economia italiana da parte della severa Standard & Poors. «È tutta colpa dei media», ha affermato il premier, scatenando una girandola di comunicati di qua e di là dall’oceano, ma soprattutto solleticando la fantasia del popolo dei social network. Mai tenero coi politici, a partire dall’inquilino di Palazzo Chigi.
Così, in poche ore sono apparsi migliaia di tweet con due hashatag: #downgradingsilvio e quello al momento più diffuso, che rifà il verso alla storica presa in giro di Red Ronnie che aveva incolpato il futuro sindaco di Milano di qualcosa che non poteva ancora aver fatto.
La logica di questo nuovo tormentone è la medesima: piove? È colpa dei media. Ti hanno bocciato all’esame della patente? È colpa dei media. La fantasia, caustica, degli internauti si sta esercitando in una gara di virtuosismo che unisce, com’è noto, la critica politica ai meccanismi virali. Ma c’è anche chi, come Pietro Pollichieni, ne approfitta per estendere il suo rammarico di nerazzurro:
L’Inter va male per #colpadeimedia
Insomma, la vita quotidiana e il punto di vista personale si proiettano sul mondo con un effetto sul quale molti sociologi ancora stanno riflettendo. Tanto che sui social network si distinguono già due versanti: chi crede nella forza dello sberleffo, e chi, come in downgradingsilvio, spinge per utilizzare lo strumento per fare massa critica, per segnalare all’esterno quanti vorrebbero che il primo ministro italiano si dimettesse.