Il prossimo 30 giugno il gruppo Enel Distribuzione avrà un nuovo nome e un nuovo DNA: nasce infatti “e-distribuzione“, una sorta di rebrand obbligato viene ad essere anche qualcosa di più. «Il cambiamento», spiega Enel, «nasce dalla necessità di adempiere agli obblighi di separazione del marchio e delle politiche di comunicazione tra la società di distribuzione e le società di vendita che operano all’interno di un medesimo gruppo societario, previsti dalla delibera 296/2015/R/COM dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico». Tuttavia il cambio vuole anche essere all’insegna dell’accelerazione verso una direzione su cui il gruppo sta progettando il proprio futuro.
Cambia solo il nome, non l’appartenenza al Gruppo Enel, né quello che facciamo: con 16.000 persone continueremo a gestire più di 1.100.000 km di rete elettrica per distribuire ogni giorno energia a 32 milioni di clienti, connessi alla nostra rete, nel rispetto della sicurezza delle persone, dell’ambiente, ricercando l’eccellenza e l’innovazione.
Il progetto “Open Power” a cui si ispira e-distribuzione è la struttura che regge la nuova filosofia aziendale: «aprire l’accesso all’energia a più persone, aprire il mondo dell’energia a nuove tecnologie, aprire la gestione dell’energia alle persone, aprire l’energia a nuovi utilizzi, aprirsi a più partnership» rappresentano un vero e proprio manifesto: la chiave per il futuro è dunque l’apertura, immaginando nuovi contesti ai quali il marchio Enel possa presentarsi sotto forma di piattaforma.
«La nuova strategia di brand trasmette l’immagine di Enel come una moderna utility aperta, flessibile, reattiva e in grado di guidare la transizione energetica»: prima un nuovo logo, quindi la nuova denominazione della società legata alla distribuzione dell’energia elettrica, nel frattempo una completa adesione a quella linea verde che il Governo ha annunciato per gli investimenti sulle rinnovabili (in linea di continuità, peraltro, con il Progetto Italia firmato Eni). Di fronte c’è una rivoluzione inesorabile segnata dallo storage casalingo dell’energia, dalla mobilità elettrica e da altre manifestazioni del cambiamento in atto, ed Enel intende presentarsi all’appuntamento con l’immagine, il profilo e le risorse giuste per poter affrontare la sfida.
La Società, con una presenza diffusa e capillare in 7.550 Comuni su tutto il territorio, oltre 1,1 milioni di km di rete elettrica e 240 TWh di energia elettrica distribuita ogni anno a 32 milioni di clienti connessi alla propria rete, proseguirà nel suo impegno quotidiano sinonimo di “servizio al Paese”, di “sicurezza e qualità del servizio elettrico”, di “continuità e affidabilità”, di “riconoscibilità e fiducia” delle persone di “Enel Distribuzione” da parte della popolazione italiana.
La nuova denominazione sarà in essere a partire dal 1 luglio, quando partirà una campagna informativa che descriverà la natura del nuovo brand. Nelle stesse ore parte l’iniziativa Enel Open Meter, la seconda generazione del contatore elettronico che verrà installato in 32 milioni di abitazioni e aziende. L’investimento è pari a 2,5 miliardi di euro, ma per il gruppo significa un balzo verso una posizione di avanguardia: i vantaggi ricadranno direttamente sugli utenti (cambi di fornitura più veloci, superamento delle fasce orario predefinite e altre opportunità di risparmio) così come sull’azienda, che sui nuovi contatori costruirà la smart grid che dovrà gestire gli scambi energetici del prossimo futuro.
Open Power, Open Meter, il nuovo logo e il nuovo brand e-distribuzione: tanti piccoli tasselli che, in una visione complessiva, stanno ridisegnando il perimetro delle attività dell’azienda in preparazione ad una transizione energetica che vuole il gruppo al centro della svolta del paese verso l’energia del futuro.