E gli artisti che dicono?

E gli artisti che dicono?

Spesso, quando si parla del peer to peer, o vengono citate le case discografiche (e le major), o gli utenti, accusati di scaricare e condividere; meno frequentemente però, si sente cosa ne pensano in merito gli artisti, i protagonisti, i creatori delle opere oggetto di analisi.

Alcuni di loro hanno criminalizzato questa tecnologia, dicendo che serve solo per infrangere il copyright, ma c’è anche chi non è dello stesso parere.

Ebbene, il noto scrittore e poeta brasiliano, Paulo Coelho, ha affermato di distribuire i suoi libri gratis su BitTorrent, anzi, ha addirittura detto di inserire in questo circuito, le bozze delle sue opere, in anteprima. Lo ha affermato alla conferenza digital life di Monaco di Baviera.

Questo ha fruttato all’autore, un aumento delle vendite del 10% in un anno, infatti, si è verificato che chi scaricava il libro, lo leggeva e poi andava al negozio a comprarlo, in modo da avere una versione cartacea, di certo più pratica.

Paulo ha anche un suo blog, in cui segnala i link ai download dei suoi libri; lo stesso autore, sullo stesso blog, si definisce, ironicamente, pirata di se stesso…

A questo punto nasce una domanda: questa metodologia, può valere anche per altre opere frutte dell’ingegno? Egli dice:

“Dobbiamo davvero ripensare all’idea del copyright, partendo dalla consapevolezza che ormai i contenuti non possono essere controllati. Chiudi Napster e subito nascono BitTorrent e eMule. È naturale: a chiunque piace condividere con gli amici le opere che ama. Se mi piace una canzone e la faccio ascoltare su MySpace, non capisco perché qualcuno dovrebbe impedirmelo e costringermi a toglierla. Dobbiamo essere generosi e di sicuro avremo qualcosa in cambio”.

Beh, se tutti gli artisti la pensassero come Coelho, mi sento di poter affermare che si farebbe davvero un grande passo avanti.

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