Leggevo in questi giorni, un paio di articoli che hanno un fondo comune, ma si sviluppano in modo differente. Il primo è di Tom’s Hardware che pone l’accento sul decreto Anti Digital Divide del ministro Gentiloni.
L’altro articolo, invece, è di Francesco Federico e ci fa presente alcuni aspetti molto significativi di una ricerca condotta dal noto sito Studenti.it.
Ora, riassumere qui i due articoli non avrebbe senso. Invece quello che proveremo a fare è impostare una discussione sul fenomeno del digital divide o divario digitale, che in Italia, ma non solo, pare essere proprio un problema da non sottovalutare.
Il punto focale sul quale mettere l’accento, secondo me, è la presenza di una larga e diffusa “ignoranza” in differenti ambiti, che portano a catalogare la Rete ancora come un fenomeno marginale, se non negativo e potenzialmente pericoloso. Perché qualcosa cambi, secondo me, è necessario prima di tutto “conoscere”.
Il web offre, e questo lo sappiamo e lo abbiamo più volte discusso in questa stessa sede, possibilità di applicazione, di formazione, di informazione e di crescita (oltreché di divertimento, intrattenimento e svago) assolutamente eccezionali e incomparabili a quelle di altri media.
Se questo da un lato porta vantaggi, dall’altro non bisogna dimenticare chi a questi mezzi non ha accesso.
Personalmente vedo la questione un po’ come il vecchio problema (ora mutato e non risolto) dell’accesso scolastico, che per secoli ha travagliato il nostro paese.
Per eliminare fenomeni come quello del digital divide (ma se ne potrebbero elencare molti altri, sempre relativi al Web 2.0 e non) è necessario che maturi una nuova consapevolezza culturale e sociale, che tenga fortemente in considerazione gli aspetti che il web offre e che mette a disposizione di tutti. Deve avvenire un cambiamento generale che porti l’attenzione della classe politica, ma non solo, su questo argomento.
Non è facile, non si tratta di questioni semplici o immediate e nemmeno liquidabili in maniera tanto semplice. Forse ci vorrà molto tempo, non lo escludo, ma senza dubbio è necessario che qualcosa si muova se non vogliamo rimanere “esclusi dall’evoluzione”.
Voi come la pensate a tal proposito ?