Steve Jobs l’ha presentato come la migliore delle proprie creature. L’ha definito magico, l’ha attorniato di grandi attese, lo ha presentato come un qualcosa in grado di cambiare le regole del gioco. Lo ha chiamato “iPad” e si è posizionato su di una poltrona per mostrare a tutto il mondo quanto sia comodo portarselo sempre appresso. Se lo è seduto sulle ginocchia e lo ha accarezzato affettuosamente con le dita, come un padre con il figlio. Ha giocato con i numeri e con le sorprese, come da consuetudine, ha strappato qualche applauso ed ancora una volta ha saputo attirare sulla mela le attenzioni di tutto il mondo. Ciò nonostante, l’iPad non ha stupito. La borsa ha reagito positivamente ma con relativa freddezza e la sensazione trapelata è che non sia ben chiaro come l’iPad vada a posizionarsi sul mercato. Ora lo si conosce, ma occorre probabilmente ancora capirlo.
Tecnicamente l’iPad si configura come un iPhone ingrandito: simile nel design, maggiorato nelle dimensioni, modificato nelle funzioni. Non è un telefono, non è un Netbook, non è un laptop, non è un e-reader, non è una cornice digitale. Tutto sommato, però, è un po’ ognuna di queste cose, a modo proprio. Apple è pronta a portare sul mercato il proprio tablet entro 2 mesi (a livello internazionale, Italia compresa) e questa volta l’obiettivo non è più soltanto in una nicchia fidelizzata e nota: l’iPad è concepito per le masse, intende sfondare sul mercato, intende proporsi come un nuovo concept ben intenzionato a ritagliarsi un proprio spazio. Ai danni di chi, rimane da vedere.
Update:
Lo schermo dell’iPad è da 9.7 pollici (1024×768), incastonato in una struttura da 243x190x13.4 millimetri da 680g di peso (730 se comprensiva di modulo 3G). «La dotazione hardware prevede la retroilluminazione a LED dello schermo, un supporto di archiviazione Flash HDD da 16, 32 o 64 GB, il supporto al multitouch capacitivo e una tastiera esterna collegabile al dispositivo per utilizzarlo come fosse un normale desktop. L’elaborazione è affidata al nuovo processore Apple A4 da 1Ghz». Secondo quanto sottolineato in presa diretta da Webnews il software alla base del funzionamento del dispositivo è l’iPhone 3.2 (iPad-only), da cui eredita interfaccia, interazione, funzione ed ogni altro aspetto. Ogni singola applicazione presente nell’App Store funzionerà anche sul tablet, il che rende il device ricco fin dalla sua nascita. Maggiori, inoltre, le opportunità offerte agli sviluppatori, il che è destinato ad attirare ulteriore interesse circa lo sviluppo per il marketplace di applicazioni di Cupertino.
Non c’è supporto Flash. Non c’è la videocamera. La batteria ha una durata di 10 ore a pieno utilizzo e di un mese in stand by. La connettività disponibile è limitata al WiFi 802.11n, ma è possibile accedere alle reti 3G tramite apposita versione ed il pagamento di abbonamenti i cui prezzi sono già stati concordati con AT&T (pur senza vincoli con il carrier come successo invece in passato con l’iPhone). I due pacchetti prevedono tariffe da 14.99 dollari mensili per un massimo di 250 MB o 29.99 dollari per una connessione senza limiti. L’accesso tramite reti Wifi AT&T è sempre gratuito.
Sui prezzi Apple ha saputo fare le cose per bene. A differenza del passato, infatti, il device sembra potersi posizionare in una fascia minore rispetto alle attese, riuscendo ad arrivare sul mercato in versione base (16GB) a 499 dollari (che salgono a 599 e 699 per le versioni da 32 e 64 GB). La versione 3G vede i prezzi lievitare nelle varie versioni a 629, 729 e 829 dollari.
Questo è il tablet. Dopo averne parlato per mesi, il device si è materializzato. Atteso e anticipato dai più, ha però incredibilmente spiazzato i giudizi e non sono in troppi a sbilanciarsi sul destino dell’iPad. Le applicazioni, a questo punto, potrebbero fare la differenza. Steve Jobs ha detto tutto quel che custodiva nel cassetto. Ora parli il mercato.