L’America ha perso il suo Leonardo Da Vinci. Steve Jobs è morto nella notte all’età di 56 anni. Il fondatore della Apple, il guru tecnologico dei nostri tempi, ha dovuto arrendersi al cancro al pancreas che lo aveva colpito sette anni fa.
Il Web è completamente sconvolto da questa notizia: Google ha inserito un link nella home page del motore di ricerca che porta a quella della Apple, prontamente modificata dove compare una bella foto in bianco e nero di Steve Jobs, con le date della sua parabola: 1955-2011. Cliccando su di essa compare un messaggio di addio:
Apple ha perso un genio visionario e creativo, e il mondo ha perso una persona straordinaria. Chi di noi ha avuto la fortuna di conoscere Steve e lavorare con lui ha perso un amico, una guida, una fonte di ispirazione. Steve lascia un’azienda che solo lui avrebbe potuto costruire, e il suo spirito resterà per sempre lo spirito di Apple.
C’è anche un’email per scrivere un messaggio di cordoglio: rememberingsteve@apple.com. Ovviamente i social network stanno diffondendo la notizia e alimentando il dibattito attorno a questo personaggio eccezionale.
Il suo ormai leggendario “siate affamati, siate folli”, il discorso ai laureati di Stanford fatto alcuni anni fa, gira come un tormentone su Facebook, così come moltissimi altri contenuti e ricordi.
Su Twitter l’hashtag #stevejobs è già trend topic, con gli omaggi e il pensiero di milioni di persone, e in Italia, immancabile, l’ironia anti-politica, come quella di @Pacovaron, che dice di attendersi un comunicato della Gelmini «in modo da conoscere l’investimento italiano per il tunnel fra Segrate e Cupertino».
Forse però i messaggi più rilevanti registrati immediatamente dopo la terribile notizia, sono quelli del suo più grande avversario, Bill Gates, che si è rivolto direttamente a Steve Jobs dicendo «mi mancherai immensamente», del giovane rampante di questo terzo millennio, Mark Zuckerberg, che sulla sua pagina Facebook ha scritto:
«Steve, grazie di essere stato un mentore e un amico. Grazie per aver dimostrato che quello che si costruisce può cambiare il mondo. Mi mancherai.»
Persino il presidente USA, Barack Obama, ha scritto di suo pugno un messaggio direttamente dal sito della sua campagna elettorale del 2012, definendo l’uomo di Cupertino uno dei più grandi innovatori d’America:
«Il mondo ha perso un visionario. E non ci può essere un tributo maggiore al grande successo di Steve del fatto che gran parte del mondo ha appreso della sua scomparsa su un dispositivo da lui inventato.»
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